Sembra
incredibile che fine anni 30 sia stata introdotta quella che sembrava essere le
panacea per tutti i problemi relativi alla progettazione degli amplificatori.
Veniva introdotta la
controreazione negativa.
Alle soglie del nuovo millennio ancora la scienza non vuole ammettere che per la
riproduzione AUDIO questa sia il peggiore dei mali della riproduzione. E' fatto
a bella posta, o semplicemente i dotti ingegneri delle associazioni come AES ed
altre non lo capiscono? E' vero che nessuno ci vuole credere? Ci stanno
prendendo tutti per i fondelli o e' fatto tutto a regola d'arte? Il mercato e'
sostenuto da apparecchi con controreazione... togli la controreazione e non c'e'
piu' mercato...negli USA il recensore/giornalista CONSTANTINE SOO ha dovuto
andarsene dalla rivista ONLINE per cui lavorava solo perche' nella recensione
delle LAURA STUDIO asseriva che dovevano essere
pilotate SOLO da amplificatori SENZA controreazione (come stabilito dal
costruttore Royal Device). I suoi superiori lo hanno "invitato" a togliere
la frase o ad andarsene..... dopo "infinite" discussioni ha dovuto andarsene...
meditiamo
gente meditiamo... !!
PRIMA PARTE - LA CONTROREAZIONE ED I DANNI
PROVOCATI AL MESSAGGIO MUSICALE |
QUARTA PARTE
LE CONTROREAZIONI DI TIPO
LOCALE |
SECONDA PARTE - COME FA LA CONTROREAZIONE
A RIPORTARE IN INGRESSO IL SEGNALE PRODOTTO DALL'ALTOPARLANTE |
QUINTA PARTE: L'EMITTER FOLLOWER. E' VERAMENTE CONTROREAZIONATO AL 100%
????? |
TERZA PARTE - DIMOSTRAZIONE DI COME IL
SEGNALE GENERATO DA UN ALTOPARLANTE DISTRUGGE LA COERENZA DEL SEGNALE DI
INGRESSO- FOTO E MISURE |
|
LA
CONTROREAZIONE e i DANNI PROVOCATI AL MESSAGGIO MUSICALE
PRIMA PARTE
La
controreazione negativa altro non e' che un segnale prelevato dall'uscita di un
amplificatore (o stadio amplificatore) e riportato in contro-fase verso
l'ingresso dello stesso.
Si chiama
NEGATIVA perche' tende a DIMINUIRE l'ampiezza o l'intervento del segnale di
ingresso. Si comprende se esiste una CONTROREAZIONE NEGATIVA se il segnale in
ingresso viene diminuito dall'intervento del segnale di uscita. Un'altra
metodologia per comprendere se un circuito ha una controreazione negativa
applicata e' quello di verificare l'amplificazione del circuito preso in esame (es:
un circuito differenziale) comparandola con l'amplificazione NATURALE dei
dispositivi presi in esame (es: i 2 transistor di un circuito differenziale) se
funzionassero da soli con lo stesso carico.
Per rendere
l'idea, se il circuito differenziale preso come esempio ha una amplificazione in
tensione di 20, ed i 2 transistor utilizzati da soli senza la resistenza di
emettitore amplificherebbero chesso' 50 (in condizioni di stesso carico), il circuito preso in esame puo'
tranquillamente essere considerarlo
CONTROREAZIONATO NEGATIVAMENTE, perche' invece di 50 amplifica solo 20. In
pratica lo stadio amplifica in una "SORTA di COSTRIZIONE".
Questo
dico perche' anche certe applicazioni di generatori di corrente (non ideali) e
certi carichi attivi (non ideali), quando applicati ad uno stadio amplificatore, provocano alla fine una DIMINUZIONE del
segnale di ingresso o come piu' sopra una "costrizione del regime di
amplificazione" naturale dello stadio rispetto allo stesso se avesse invece un
carico passivo (o induttivo). Questo in altri termini provoca una diminuzione del guadagno
naturale. In campo audio questo normalmente si traduce in una compressione finale del suono, deleteria
per la dinamica e per la QUALITA' intrinseca: modifica del segnale musicale.
Questa
metodologia (la controreazione negativa) assicura diversi risultati in linea
teorica positivi, alcuni di questi sono:
- una
diminuzione del guadagno totale dello stadio (infatti diminuisce il segnale di
ingresso)
- una
riduzione del rumore di fondo
- un aumento
della banda passante
- una
riduzione della distorsione armonica introdotta dalla NON linearita' dello
stadio amplificatore.
queste le
principali caratteristiche ottenute dall'applicazione del N.F.B. (Negative FEED
BACK= reazione negativa o retroazione negativa), ma ce ne sono altre non meno
importanti, come quella di poter progettare un amplificatore senza dipendere
dalle caratteristiche intrinseche dei dispositivi utilizzati, in pratica se un
transistor amplifichi 100, 150 o 200, non e' piu' cosė importante.. basta
rimanere sotto l'amplificazione minima e tutto e' a posto. Tutti gli ampli che
assembleremo con quel dato circuito e quel dato transistor amplificheranno quel
tanto stabilito dal circuito di controreazione. I problemi costruttivi sono
risolti ed i costi si abbassano di decine di volte solo per quanto riguarda i
componenti dell'ampli e le tarature che non servono piu'.
Sembrano
tutte cose eccezionalmente importanti e risolutive, al punto che l'introduzione
di questa fa in modo che le misure poi effettuate a banco su un amplificatore
con NFB, danno come risultato delle prestazioni eccezionali.
Non voglio
stare a tediarvi con dimostrazioni matematiche su quanto amplifichi un circuito
e cerchero' di non dilungarmi troppo, partendo dal risultato FINALE di cio' che la
controreazione fa sul SUONO. Chi invece vorra' entrare sempre piu' nel merito, andra'
avanti a leggersi la trattazione fino alla fine che prevedera' pure l'esame dei
circuiti controreazionati anche in modo locale.
Il problema
della parziale distruzione del
messaggio musicale originale
per mezzo dell'applicazione della controreazione si verifica NON quando si
connette un carico in uscita, come una RESISTENZA, un CONDENSATORE o
UN 'INDUTTORE (#), ma quando si connette un ALTOPARLANTE o piu'
altoparlanti (ancora peggio).
Perche'? |
NOTA: con un
condensatore od induttore sull'uscita, si vedono in effetti delle
sovraoscillazioni rispetto ad un'onda quadra fornita in ingresso, ma
cio' avviene anche se lo stadio NON ha la controreazione, quindi per ora
ininfluente per capirne gli effetti. |
Semplicemente perche' un carico fisso come R, C o L, su un banco prova con una
sinusoide, non crea nessun problema all'amplificatore, dato che dopo alcuni
cicli della sinusoide applicata, il circuito controreazionato si stabilizza in
un punto di lavoro e non lo schioda piu' nessuno. La distorsione misurata
normalmente e' dell'ordine dello 0,0000 ... all'infinito %. Serve per vendere
bene il proprio prodotto, ma non per il suono.
Con
l'applicazione dell'onda quadra, si vedono cose varie, ma nessuno finora ha
stabilito cosa bisogna guardare e perche', o meglio, nessuno ha stabilito come
costruire un ampli che funziona bene a livello di suono, o meglio,
qualcuno ha tentato, ma invano, guardando le sovraoscillazioni di un'onda
quadra. Il fatto che un'onda quadra esca perfetta non significa affatto che
l'ampli alla fine SUONI BENE. Dipenede dalle condizioni della misura effettuata.
Personalmente penso che le sovraoscillazioni non siano cosė importanti
(verifichiamone la
(#)
nel senso che se le frequenze della
sovraoscillazione e' nell'intorno dei 200 - 300 KHz, la cosa puo' essere
utilizzata come antidoto per il raffreddore o per curarsi da virus e batteri
(vedi studi della Dott. Hulda Reger Clark), ma non penso che a nessuno
interessi questo quando vuole ascoltare musica. Se vuole curarsi il
raffreddore normalmente prende un'aspirina e non si dedica in modo
particolare alla bio-risonanza delle cellule. |
frequenza
e capiremo il perche' (#)), ma la prova la si ha ascoltando un ampli con NFB e
non misurando con metodi ormai obsoleti che non danno risposta alcuna a nessuno.
Con
l'applicazione di un'onda quadra piu' sinusoidale, le cose si complicano ancora
di piu'. Nel senso che non sto neppure a parlarne perche' si fanno misure solo
su carichi che non hanno nulla a che vedere con un Altoparlante. Lascio la
trattazione inutile e fatta su modelli semplificati a chi ha voglia di perdere
tempo. Il mio normalmente lo dedico a qualcosa di piu' sano.
Inoltre
nessuno parla della cosa piu' importante.
Che succede
se si connette un diffusore e ci si manda della musica invece che segnali
STABILI di prova verso un carico fittizio.
Bene, qui
parleremo SOLO DI QUESTO. Della trattazione invece di distorsioni che si
misurano senza l'altoparlante connesso e che non si sa se e quanto danno
fastidio ne trovate trattazione in tutte le riviste di alta fedelta' di tutto il
mondo.
Io vorrei
parlarvi di cio' che solo qualcuno ha tentato di accennare.
Prendiamo
quindi in esame un sistema controreazionato formato da un preamplificatore e da
un amplificatore di potenza interconnessi tra loro con i bellissimi cavi di
segnale e potenza che abbiamo faticosamente acquistato dove ci connettiamo
finalmente questi BENEDETTI diffusori e ci mettiamo un bel disco da ascoltare e
vediamo un po' che succede.
In FIG. 1
troviamo i due nostri apparati interconnessi con una puntina di giradischi come
sorgente e prendiamo in considerazione per ora SOLO i nostri bellissimi
CONTROREAZIONATI appena portati a casa e pieni di lucette e fantastiche valvole
e transistor con tanti contenitori luccicanti e satinati o a specchio da qualche
decina di migliaia di euro tanto ben pubblicizzati per sostenerne il "mercato"
(!)
Ho indicato
con R1 ed R2 il ramo di controreazione di ogni apparato. Poi vedremo a che
servono. Per ora dimenticateli. Il segno PIU' sull'ingresso significa che il
segnale in uscita e' in fase con il segnale di ingresso, il segno MENO significa
che il segnale in uscita e' in CONTROFASE (in opposizione di fase- sfasato di
180° elettrici) con l'INGRESSO.
Il
preamplificatore lo consideriamo integrato, cioe' che ha il pre-fono al suo
interno, anche se non e' indicata la rete RIAA che puo' essere passiva o messa
sul ramo di controreazione.
Lo schema e'
semplificato, ma in pratica e' quello che esiste nella realta' nel 99 % dei
casi, siano essi con operazionali (diversi in cascata), sia a transistor (sempre
diversi in cascata). Alla fine un preamplificatore puo' essere schematizzato
come in figura e lo stesso vale per l'ampli di potenza.
Teniamo
presente che nulla vale dividere i rami di controreazione o suddividerli in
diversi stadi.
Se il
circuito sopra lo moltiplicate in cascata per due o tre volte non cambia nulla.
Il problema sussiste sempre nello stesso modo. Lo stesso vale se la
controreazione sui vari stadi e' applicata in modo locale invece che totale e
piu' avanti ne vedremo l'effetto, e ci accorgeremo che appunto fa lo stesso
danno.
Possiamo
anche stabilire a priori quanto i due stadi amplificheranno per ottenere la
potenza in uscita.
Prendiamo il classico 100 watt su 8 ohm.
In
questo caso la tensione in uscita alla massima potenza sara' di 28 Volt
efficaci. Se la sensibilita' di ingresso dell'ampli di potenza e' 1 volt, lo
stadio amplificatore di potenza amplifica 28 volte amplificazione di
tensione (in dB vale 29 dB, non ci frega nulla per ora e' solo per
conoscenza) .
Se il
preampli da' in uscita il canonico 1 VOLT e la puntina del giradischi
fornisce 1 millivolt (0,001 volt), lo stadio preamplificatore avra'
un'amplificazione totale di 1000 cioe': 1volt/0,001 (amplificazione in
tensione e vale 60 dB)
In
totale il nostro stereo amplifica 28.000 volte il segnale di ingresso cioe':
89 dB che significa che se entra un millivolt e lo moltiplichiamo per 28.000
escono i benedetti 28 volt su un carico di 8 ohm, cioe' 100 bellissimi WATT
frutto di amplificatori con controreazione. |
W= V2/R
V= √ W x R = √ 100 x 8
V =√ 800= 28, 28 volt
|
Questo
(amplificare 28.000) lo fa con la controreazione applicata, altrimenti i 2 stadi
guadagnerebbero molto ma molto di piu' (chesso' 700.000 o 1.500.000 di volte,
non e' un scherzo)
Ora vediamo
che succede appena la puntina del giradischi tocca la superficie del disco e ne
produce un segnale musicale.
Ecco qui un
grafico, produce un segnale variabile e complesso, di cui ne prenderemo in
considerazione poi una piccolissima parte segnata con il cerchietto con la sigla
Ga per vedere come lo "concia" la nostra bellissima controreazione.
FIGURA 1
-
Questo
segnale e' applicato all'ingresso pre e finisce in un battibaleno (diciamo
tempo ZERO, anche se non e ' vero..) all'uscita dell'ampli producendo una cosa
che mai fino ad ora (con le misure a banco) era stata considerata e cioe':
L'altoparlante si muove, mentre i carichi fittizzi usati per le misure,
stavano fermi...
-
ma, il
nostro altoparlante ha un bel da fare a stare dietro a questo segnale che
continua a variare, non riesce a trovarne un punto su cui stabilizzarsi...lui
vorrebbe tanto ma..
-
inoltre
nel momento in cui ha iniziato a muoversi ha generato un segnale che torna
verso l'amplificatore.
Questo segnale PURTROPPO NON E' UGUALE a quello che gli e' arrivato fornitogli
dall'ampli, non tanto perche' l'AP muovendosi in un senso, genera il segnale
in opposizione di fase, ma perche'
il segnale che genera e' DIVERSO e comprende l'INERZIA MECCANICA dello stesso
AP, e' quindi leggermente
spostato nel tempo, perche' l'AP impiega un certo tempo a produrre questa
energia. Si deve muovere
per farlo e piu' si deve muovere e piu' la sua produzione di energia ritarda
ad uscire.
-
Cio'
significa alla fine, che
l' AP GENERA un segnale SIMILE, ma non UGUALE
a quello che riceve, e lo MANDA indietro verso l'uscita dell'amplificatore -
DOPO un certo TEMPO - ed in piu' in OPPOSIZIONE DI FASE. Se fosse SOLO in
opposizione di fase ed esattamente UGUALE a quello fornitogli, il problema non
sussisterebbe, ma DIVERSO e SPOSTATO NEL TEMPO crea all'ampli
grossissimi problemi. Il SEGNALE E' IN RITARDO.. TANTO RITARDO, per cui
all'uscita dell'ampli ad ogni istante si trova alla fine la somma dei due
segnali, quello fornito, piu' quello di ritorno DISTORTO e prodotto dall'AP.
LA prima cosa che uno si chiede e':
-
ma quanto
e' grande questo segnale?
-
RISPOSTA:
TANTO, TANTISSIMO anzi TROPPO, TROPPO GRANDE ..... ma lo vedremo
piu' avanti
bene....
ecco cosa fa
la controreazione:
nella figura
vediamo la freccia di colore VIOLA che indica il segnale entrante, e con
la freccia di colore ROSSO il segnale inviato DOPO un certo tempo dall'AP verso
l'uscita dell'ampli.
Il risultato
e' che questo NON VIENE CORTOCIRCUITATO dall'uscita dell'ampli
Se l'impedenza dell'ampli
fosse davvero ZERO- cosa scritta a lettere cubitali su tutti i muri della
mia citta' e detta in tutte le ML, potremmo mettere l'uscita in corto e
continuare a sentire la musica, ma cosė non e'. Inoltre se la mettiamo in
corto mentre e' a meta' o alla massima potenza e' facile che l'ampli scoppi.
Non come qualche "venditore" che per "vendere bene" mostra di mettere in
corto l'uscita quando non c'e' segnale, facendo vedere al "poveretto di
turno" che all'ampli non succede nulla. |
specialmente se questo e' un stato
solido limitato in corrente. Se e' limitato in corrente significa che
l'IMPEDENZA di uscita NON E' ZERO, se NON e' limitato in corrente l'impedenza di
uscita ha un valore che e' sempre COMUNQUE ancora troppo alto per poter
cortocircuitare completamente il segnale proveniente dall'AP.
La figura
mostra come il segnale generato dall'AP, dopo opportuna attenuazione attraverso
i due rami di controreazione arriva fino alla sorgente e ne deturpi il messaggio
originale. Il segnale che arriva alla testina e' dello stesso ordine di
grandezza di quello generato dalla testina stessa, solo un po' piu' basso (piu'
avanti faremo due conti della serva che chiariranno il concetto).
FIGURA 2
bene, il
segnale ROSSO (vedi nota)
NOTA: se arrivano 100 watt all'AP, una
parte viene convertita in pressione sonora (circa 1% per AP di bassa
efficienza), una parte viene dispersa dalla bobina in calore (una parte non
troppo grande, perche' se cosė fosse la bobina dell'AP si disintegrerebbe
dopo 2 minuti), il resto viene restituito all'ampli. Diciamo dal 20 al 50 %.
Il segnale che torna indietro e' quindi dell'ordine di grandezza di quello
generato. diciamo dal 20 al 50%. |
torna
all'ingresso sulla testina magnetica, cioe' sulla puntina del giradischi
insomma, e ne "deturpa" il segnale NUOVO che essa sta leggendo sul disco.
EHH sė, il
problema NON e' nel fatto che il segnale arriva in ritardo all'ingresso per
effetto del ritardo introdotto dai rami di controreazione..nella maniera piu'
assoluta, lo dico per tutti gli ingegneri elettronici che nel tempo mi hanno
scritto, i rami di controreazione NON INTRODUCONO RITARDO (per fortuna, solo lo
STADIO RIAA ha un ritardo) ma la controreazione dove e' lineare, non
introduce ritardo, se lo avesse staremmo proprio freschi...!!!
E' il
segnale ROSSO che E' GIA' in ritardo quando si presenta al morsetto "Positivo "
del diffusore appunto perche'
generato da un organo
elettromeccanico che ha un'inerzia meccanica.
Ma questo gli americani, che sono sbarcati sulla Luna, su Giove e sono
arrivati fino alla Heliosfera, non lo sanno, ma come e' possibile?. Hanno
fatto diverse riunioni in cui erano presenti tutti i TOp Engineer dell'HIFI all'AES
ed hanno stabilito che il problema non sussiste, perche' i cavi di connessione
tra AP e ampli non introducono ritardo....!!!
Buon Dio
(parlo di quello che conosco io e che mi suggerisce di notte le soluzioni), come
si fa a spiegare agli americani che il problema non sono i cavi e che lo
sanno tutti che i cavi non introducono ritardo?
questo,
penso che ormai lo sappiano tutti. E' il segnale prodotto dall'AP che
viene prodotto in ritardo....ed in ritardo viene presentato indietro al morsetto
dell'ampli. E NON che "i cavi di connessione ne provocano il ritardo." o
che "la rete di controreazione ne crea il ritardo"
speriamo che
questa frase passi alla storia.. non importa chi la passera' (passatela voi, non
voglio i diritti di autore, me li faccio nella pipa i diritti di autore -
anche se non fumo), ma che passi almeno, cosė da fare un passo avanti nella
riproduzione del suono, accidenti... e che si rivedano queste inutili misure a
banco che non servono a nessuno......SE NON SI SANNO FARE le poche che servono
Per
comprendere come funziona la controreazione e spiegare l'arcano a chi di
elettronica non comprende nulla (ma anche quelli che la comprendono, non hanno
ancora capito cosa succede nell'audio), faccio sempre questo esempio:
UN'ESEMPIO
CHIARIFICATORE sulla CONTROREAZIONE NEGATIVA:
1 - Siete in casa ed
attendete una persona (TIZIO) per le 9 che deve dare un "messaggio
personale" a vs. fratello.
2 - Vs. fratello DEVE
RICEVERE il messaggio personale da TIZIO esattamente alle 9, per
prendere una decisione su cosa fare, altrimenti, se il messaggio
personale NON ARRIVA in tempo, lui ha gia' deciso di essere
altrove con una sua amica per le 9.05.
3 - Vs. fratello, non
vede arrivare TIZIO e quindi esce di casa alle 9.01, perche' il tempo di
ANDATA dalla sua amica e' di 4 minuti.
4 - TIZIO che deve
arrivare alle 9.00 arriva alle 9.10 e suona il campanello di casa vs.
5 - Voi, alla velocita'
della luce rispondete al citofono ed aprite la porta premendo il
pulsante della serratura elettrica.
6 - TIZIO arriva su da
voi alle 9.11, ma vs. fratello se ne e' gia' andato da 10 minuti
7 - TIZIO NON TROVA
PIU' a chi riferire il "suo messaggio personale", indipendentemente che
voi abbiate risposto ed aperto la porta in TEMPO ZERO.
8 - Il ritardo
dell'arrivo di TIZIO NON E' colmabile da nessuno. Il messaggio viene
cosė riferito alla persona sbagliata (in questo caso VOI).
Analogie con AMPLIFICATORI,
ALTOPARLANTI e CONTROREAZIONE NEGATIVA:
1 - TIZIO e' il SEGNALE
GENERATO IN RITARDO dall'ALTOPARLANTE quando questo viene eccitato.
Parte in ritardo da casa ed arriva in ritardo da VOI.
2 - Vs. fratello e' il
SEGNALE DI INGRESSO DELL'AMPLIFICATORE CON F.B., che GIUSTAMENTE
DEVE attendere un "MESSAGGIO" da qualcuno, per prendere poi le sue
decisioni su cosa fare VERSO SE STESSO.
3 - VOI siete l'ATTUATORE
ed il CONTROLLORE della situazione. Controllate che TIZIO arrivi e come
arriva, voi aprite (CONTROREAZIONE NEGATIVA che a tempo
ZERO riporta il segnale in ingresso all'amp). Ma l'interessato che deve
ricevere il messaggio (vs. fratello) se ne e' andato da un bel po'.
4 - i 4 minuti che vs.
fratello impiega ad andare dall'amica e' il TEMPO di TRASFERIMENTO del
RAMO DI ANDATA dell'amplificatore (ad anello aperto), cioe' senza che
nessuno lo controlli per strada.
5 - L'amica di vs.
fratello possiamo considerarla come se fosse l'USCITA dell'amplificatore
perche'
RICEVE vs. FRATELLO.
per completare l'opera,
la ragazza in questione, porterebbe poi un messaggio a CAIO
(altoparlante) che dovrebbe poi arrivare da Voi alle 9.10 e si
ricomincia il tutto, sostituendo TIZIO precedente con CAIO.
Vi sembra che tutto
stia funzionando in modo corretto?
E' TIZIO e CAIO, che arrivano sempre
in ritardo, NON VOI o Vs. FRATELLO che (conoscendo bene le cose)
siete cosė DILIGENTI da fare tutto secondo le regole stabilite: (velocita'
di controreazione ZERO, velocita' del ramo di andata SEMPRE 4 minuti).
Peccato che i messaggi arrivino SEMPRE alle persone sbagliate cioe' a
VOI che NON SIETE INTERESSATI al MESSAGGIO in prima persona, dato che
chi deve decidere cosa fare e' vs. fratello.
bella la storiella ehh!!!
Cosė succede su un
AMPLIFICATORE con F.B.
Il segnale di
controreazione arriva a correggere qualcosa che non c'entra nulla con
cio' che e' gia' avvenuto in precedenza perche' il problema e'
l'ALTOPARLANTE che parte in ritardo.
Questa, personalmente
l'ho chiamata: DISTORSIONE TEMPORALE. Non so se qualcun altro al mondo
l'ha scoperta prima di me, me puo' fregar de meno. A me interessa avere scoperto cio' che non ho trovato scritto
da nessuna parte e che affligge tutti i sistemi audio con F.B.
Personalmente poi, che uno continui ad utilizzarli, le orecchie sono poi
sue... puo' anche usare il cilicio se vuole...
ma ritornando a
noi...... (puntini puntini, belli sti puntini)
se anche diminuite il
tempo in cui vs. fratello impiega ad andare dalla sua amica (mettiamo da
4 si riduce a 1 minuto), nulla toglie che TIZIO e CAIO se sono dei
buontemponi PERDITEMPO continueranno ad arrivare in ritardo. Quindi il
problema NON VIENE RISOLTO.
COME SI RISOLVE?
SEMPLICE: dando a vs.
fratello la capacita' di decidere per se stesso INDIPENDENTEMENTE che
arrivi TIZIO o CAIO.....
miii... che sballo....
non servite piu' nemmeno voi. SEMPLIFICARE allora GIOVA a quanto pare e rende
viva la vita perche' RENDE LIBERI
ed infatti costruire un
ampli senza F.B alcuno che suoni il VIVO costa moooooolta fatica.... e
NON BASTA un BUONO SCHEMA - a trovarli, dato che ne esistono meno che le
dita di una mano (parlando di stato solido - ma anche di valvolari).
INIZIO PAGINA
SECONDA PARTE
- RIFERIMENTO FIG.3
La prima
domanda che si pone spontanea e': come fa il segnale che torna dall'AP e che
arriva all'ingresso MENO - nodo D dell'amplificatore di potenza (dopo aver
attraversato R2) a finire sull'ingresso PIU' dello stesso, se questi due
ingressi non sono connessi tra loro (punti C e D)
FIGURA 3
La risposta
la da' l'elettrotecnica ( o l'elettronica se volete). L'impedenza di ingresso di
un OPERAZIONALE o di un amplificatore con un circuito differenziale di ingresso
...
(che alla
fine si traduce nella stessa cosa - si rammenta che ogni amplificatore lineare
non e' altro che un amplificatore OPERAZIONALE di potenza che attua
un'operazione: moltiplicare per una costante),
... ha di
norma un altissimo guadagno ed un'altissima impedenza tra i due ingressi. Il
risultato e' che il segnale che si presenta ai capi di R1 (dopo aver
attraversato R2), sviluppa una tensione ai capi della stessa. Detta tensione
vale circa R2/R1 volte la tensione di uscita. Per intenderci se l'amplificatore
amplifica 28, ne ritroveremo un ventottesimo.
La
tensione che si sviluppa ai capi di R1 , per l'approssimazione della MASSA
VIRTUALE degli amplificatori differenziali ad alto guadagno, e' esattamente
uguale a quella che si si sviluppa tra l'ingresso PIU' e massa: cioe'
viene riportata sull'altro ingresso. La stesa cosa avviene per il segnale
entrante all'amplificatore. Il segnale Vi sul morsetto AMP IN, lo ritroviamo
sul nodo C (tra C e massa) e viene a presentarsi sul nodo D dello stesso
valore. |
L'amplificazione IN TENSIONE
dello stadio nel caso citato e' data da AV= (R2 + R1) /R1. Con R1
molto piu' piccola di R2 e' approssimabile a R2/R1. Nel nostro caso R1 e'
circa 28 volte inferiore.
L'approssimazione della massa
virtuale dice che: tra due ingressi differenziali, non puo' entrare
corrente (alta impedenza), quindi sono NODI APERTI per la corrente, mentre
sono IN CORTO PER LE TENSIONI, in quanto i due ingressi sono allo stesso
POTENZIALE. Per cui la tensione all'ingresso PIU' e' riportata l'ingresso
MENO o viceversa. |
Una
resistenza messa tra l'ingresso AMP IN ed il nodo C, nulla varrebbe, perche'
l'impedenza al nodo C e' molto elevata e non ci sarebbe circolazione di
corrente, per cui nessuna caduta di tensione sull'eventuale resistenza in
serie. Il significato di tutto cio' sopra detto e' che, cosė come il segnale
"vi"
all'ingresso AMP IN (1 Veff) lo ritroviamo ai capi della resistenza R1 e poi
moltiplicato x 28 all'uscita dell'ampli, cosė, il segnale di ritorno dall'AP
verra' diviso per 28 volte e si ritrovera' all'ingresso AMP IN dato che gli
ingressi PIU' e MENO sono in corto per le tensioni. La stessa identica cosa
avviene sul preamplificatore. Tale e quale con le dovute proporzioni in
funzione del fattore di amplificazione dello stesso. Lo stesso vale anche se
l'ingresso AMP IN fosse collegato all'ingresso MENO dell'amplificatore. Agli
effetti dei danni provocati dalla controreazione non cambia nulla. Il
segnale riportato all'ingresso e' esattamente lo stesso. Se l'impedenza di
uscita fosse davvero ZERO, a che servirebbe a resistenza R2 del ramo di
controreazione? servirebbe ad una beata fava, perche' se l'impedenza fosse
davvero ZERO, la tensione in uscita sarebbe sempre ZERO capi sarebbe ZERO e
nulla riporterebbe all'ingresso la resistenza R2...
Ehh gia', non ci avevate
pensato? Facile approssimare ehh? Io l'ho sempre sostenuto: semplifica che
inizi a capire, semplifica troppo e vai nei casini... specialmente nelle
applicazioni audio.. |
|
|
Per cui se
calcoliamo che un 50 % del segnale dell'amp torna sull'uscita dello stesso (dato
che una piccolissima parte si traduce in suono (1%), ed una parte un po' piu'
cospicua in calore) la rimanente parte ritorna indietro e tende ad essere
cortocircuitata (solo una parte purtroppo) dall'uscita dell'amplificatore. Esso
tende ad avere una "resistenza dinamica di uscita" molto bassa, ma non cosė
tanto da cortocircuitare tutto il segnale, il resto viene riportato all'ingresso
dell'amplificatore stesso.
A nulla
serve aumentare la controreazione, per tentare di tendere l'IMPEDENZA di uscita
piu' prossima a zero, per un semplice motivo:
1 - se
l'impedenza di uscita dell'amp tende ad essere ZERO veramente (cosa
impossibile), avviene una compressione del suono in gamma media sia che
adottiamo un sistema di AP a due vie o a 3 vie. La bassa impedenza e' vero che
smorza di piu' il WOOFER, ma in un 2 vie, il Woofer emette anche la gamma media
e quindi si smorza anche in quella gamma, non solo nella gamma bassa, per cui il
suono rimane compresso e fastidioso. Se il diffusore e' a 3 vie, avviene la
stessa cosa perche' la troppo bassa impedenza dell'amp smorza anche l'AP usato
come MIDRANGE.
Qualche intervento benefico lo fa il crossover con la sua RESISTENZA IN SERIE
alle bobine messe in serie al WOOFER (ma gia' sappiamo che il crossover altro
non fa che distruggere il segnale musicale in modo anche peggiore della
controreazione, vedi whitepapers in italiano), ma in serie al MID potrebbero anche non
essercene di bobine. Da qui si inizia a capire perche' dello sbando generale degli
audiofili, ma anche dei costruttori che costruiscono o solo ampli o solo
diffusori e magari anche entrambi, ma non sanno come smorzare il loro sistema e
farlo suonare decentemente bene. Da qui anche il fatto che alla maggior parte
delle fiere non c'e' un sistema audio che suoni almeno decentemente bene. Sono pochi,
forse pochissimi e sappiamo tutti di chi sono questi...e guarda caso, in questi
casi il costruttore non usa controreazione. Io non sono alle fiere, per cui non
sto parlando di me.
Ora sapete
anche perche' non do' diffusori senza crossover da provare alle riviste, che
nella loro OGGETTIVITA', altro non sanno fare che inserire detti diffusori nel
loro SISTEMA DI RIFERIMENTO (!) (chiaramente controreazionato, anche se il
costruttore magari obbietta..), dando poi
giudizi OGGETTIVI su come i DIFFUSORI SUONANO, (ehh certo, e' il diffusore
poverino che alla fine deve emettere il suono) e non si pongono nemmeno
minimamente il problema che forse a distorcere cosė tanto e' l'amplificatore, ehh gia' a banco va bene, ha lo 0,001 % di THD e lo 0,00001% di THC e lo
0,000001% di H2O e un po' meno di HCO2 ecc. ecc. per
cui, questo diffusore in prova proprio non va bene !! Poi parlano di
accoppiamenti e che bisogna cercare l'abbinamento (che non trovano mai), ma nel
contempo vogliono che tutti i diffusori suonino con tutti gli ampli... Cari
ragazzi, mettetevi d'accordo, o facciamo una cosa o facciamo l'altra...
ma fare un
ampli che sia UNIVERSALE si puo'? Certo che si puo', ma non nel modo in cui
vengono proposti ora gli amplificatori.
Sono
alquanto felice che altri riescano ad avere come riferimento uno stereo.
Incredibile, io no, saro' tarato mentalmente - tutto puo' essere - anzi
sicuramente e' cosė per gli altri e penso che mai nessuno degli ampli o
preampli o diffusori che mi costruisco sara' chiamato "REFERENCE"
solamente perche' e' una stronzata (Bullshit come diceva qualcuno che ci ha
lasciato in questo campo: Mr Paul W. Klipsch) incredibile..
I
REFERENCE li considero specchietti per le allodole (o per altri meno "volatili" ruspanti).
Chi e' riuscito a fare un REFERENCE senza considerare che ampli o diffusore
connettere e' un MAGO.. Pero' vedo che siamo pieni di MAGHI...
|
La mia
taverna (dove c'e il piano a coda) non e' trattata ed i diffusori posizionati
malissimo, ma all'ascolto del BLUTHNER coda e dello stereo in contemporanea
(stesso pezzo suonato e riprodotto insieme), se il pianoforte registrato e' di
levatura superiore al Bluthner che non e' proprio l'ultimo arrivato (p.e. uno
Stainway gran coda) e l'incisione e' eseguita con tutti i sacri crismi, la gente
all'ascolto dice che suona meglio lo stereo... mbo...
Un sistema
perfettamente accoppiato ed adattato senza controreazione alcuna suona bene
anche in un locale da 3 x 3 x 3 senza nulla alle pareti... ma anche in un
2,5 x 3,5; magari un po' assordante per i riverberi vari ma MAI fastidioso dal
suono compresso e gracchiante come tanti impianti che ho sentito e che mi
invitano a volte ad ascoltare e che negli ultimi anni rifuggo nella
maniera piu' assoluta.
Un sistema
con controreazione ed in piu' male accoppiato suona male sempre. Se esiste il
crossover poi...
Quindi
tirando le somme, sembra che la cosa piu' importante e' centrare accuratamente
lo smorzamento del sistema AMP-Diffusori e questo non lo sanno fare in molti,
(potremmo contarli sulle dita di una mano forse)
semplicemente perche' bisogna conoscere alcuni dettagli dell'impianto (tutti),
metterli insieme mentalmente e trarre le dovute considerazioni non tralasciando nulla.
Centrare lo smorzamento di un sistema controreazionato e' solo da folli, perche'
la compressione del suono non e' praticamente eliminabile, ma a volte mi
chiedono anche questo, ma per i miracoli, dicono che bisogna attrezzarsi.
Esistono diverse teorie e trattati sull'argomento "smorzamento" che non staro'
qui a disquisire, dato che qui stiamo parlando per ora degli effetti negativi
della controreazione verso la modifica del segnale di ingresso.
Assimilando
i concetti giusti e' facile capire se un amplificatore suoni male o bene, solo
guardandone lo schema elettrico. Non mi stupisco che l'ampli in classe T, suoni
solo "decentemente meglio" di altri super blasonati "oggetti da culto" in
classe A o AB da diverse migliaia di euro con quintali di controreazione al loro
interno. In detto chip e' comunque presente un OPERAZIONALE in ingresso che
comprime il suono e lo stadio di uscita deve per forza di cose essere con
controreazione altrimenti non potrebbe essere controllato.
E non mi stupisco che ancora oggi esista una guerra aperta
tra MISURONI ed ASCOLTONI. Finche' non si riuscira' ad utilizzare la propria
testa per pensare o forse anche iniziare solo a fidarsi del compagno accanto, o
forse anche avere un po' di umilta' nel dire un giorno a se stessi
(indipendentemente che il proprio stipendio arrivi sė o no a fine mese): forse
cosė come abbiamo fatto finora abbiamo sbagliato......... le guerre sempre
esisteranno... un po' come l'esempio del SENSO DELLA
RUOTA, ma in una economia dettata dal consumo, questo
e' quasi praticamente impossibile che avvenga.
INIZIO PAGINA
TERZA PARTE
In questa parte
verranno riportati alcuni semplici esperimenti che mostreranno come il segnale
GENERATO da un ALTOPARLANTE, ritorna indietro attraverso il ramo di
controreazione e distrugga LA COERENZA del segnale entrante in quel momento. Verranno
utilizzate 3 diverse modalita', per verificare quanto affermato.
PRIMA MODALITA' o
ESPERIMENTO:
INIEZIONE DI UN SEGNALE
DISTURBANTE SU UN ALTOPARLANTE CHE E' GIA' PILOTATO DA UN AMPLIFICATORE CON
CONTROREAZIONE. Cio' porta a dimostrare che:
1 - l'uscita di un
amplificatore con controreazione NON ha impedenza di uscita ZERO ohm o di
pochi milliohm, come diversi MAGHI sono riusciti a scrivere in diversi forum.
2 - il segnale
presente all'uscita di un amp con controreazione (nel caso e' un MARANTZ 250:
125 watt /ch 8 ohm - 150 watt/ch/4 ohm) ritorna all'ingresso e NON viene
cortocircuitato dall'uscita dello stesso amp.
3 - detto segnale che
torna all'ingresso si trova sovrapposto al segnale che entra in quel momento
(nel caso una sinusoide a 200 Hz di 470 millivolt)
guardare foto please.....dell'oscilloscopio.
3.1.Tensione
all'uscita dell'AMPLIFICATORE QUICKSILVER (usato come iniettore di segnale all'uscita
dell'amp MARANTZ 250): 10 Veff a 10 KHz in onda quadra
3.2. Tensione
dell'onda quadra ai capi del WF LAURA 0,62 Veff (alla faccia dell'impedenza ZERO
OHM dell'ampli con controreazione: il MARANTZ modello 250 che e' usato come test).
3.3. Segnale
all'ingresso del MARANTZ (Amp 1): onda sinusoidale a 200 Hz a 0,47 Veff, che produce una
tensione in uscita al Marantz di 10 Veff (il MARANTZ amplifica 21 volte) che
viene fornita al Woofer
da 21 cm ROYAL DEVICE LAURA usato in aria libera. L'amplificatore NON E' in
SATURAZIONE.
Il segnale di
ingresso a 200 Hz da 470 millivolt efficaci (1,3 Vpp) e' perfettamente visibile con sovrapposto un segnale di 1 millivolt picco picco di onda quadra...che
significa che il rapporto tra i due segnali e' di 1300 !!
cioe' circa 62 dB di risoluzione....!!!
che ce ne facciamo ora dei ns. 95 dB del CDP? o dei tanto ben
affermati 130 dB di un DVD o SACD?
tengo a precisare,
che nel caso di riproduzione audio dovremmo tenere conto invece della forza
CONTROELETTROMOTRICE prodotta dall'AP, che viene ributtata indietro sfasata (di
180°) e in ritardo nel tempo (questo il grosso problema). Se si considera
inoltre il regime dinamico (transitorio, dato che la musica altro non e' che
transitori), la cosa e' ancora piu' accentuata....
NOTA BENE: i
due segnali sono asincroni ed ho fatto una gran fatica a sincronizzare
l'oscilloscopio e fermare la traccia.. ne ho altre di foto, con due segnali
sinusoidali interferenti e frequenze diverse e tensioni diverse... questa pero'
devo dire che e' uscita proprio bene...
FIGURA: 3.1.
FIGURA:
3.1.1
per i meno addentro: l'asse Y e' amplificato al massimo, l'asse X (asse dei tempi) e' posizionato a 0,2 ms per poter
vedere l'onda quadra a 10 KHz che dall'uscita del MARANTZ 250, dopo
l'attenuazione del ramo di
controreazione arriva fino all'ingresso dell'amp, e si sovrappone alla sinusoide
di 200 Hz che entra in quel momento ( la sinusoide e' visibile
SOLO IN PARTE data l'amplificazione dell'asse Y dell'oscilloscopio)
da tenere presente che l'impedenza bassa del generatore
(circa 200 ohm), non
cortocircuita il segnale, ma solo lo attenua. L'impedenza di uscita di un AMP (gia' detto),
non e' una costante e varia con diversi parametri e vale anche per un generatore
di segnali o di un CDP o di quello che volete voi.
Qui sotto trovate la stessa immagine solo con la sinusoide
senza il segnale interferente ad onda quadra che arriva dall'uscita dell'amp.
Purtroppo un po' sfuocata, ma rende l'idea. La predisposizione
dell'oscilloscopio e' la stessa. 1 millivolt a quadretto (asse Y) e 0,2 ms asse
x)
FIGURA:
3.1.2
e adesso che si dira'
sui FORUM? che delle curti le spara senza prove di laboratorio solo
perche' delle curti nelle mailing list non e' presente ed usa il suo sito per
informare la gente?
dimostrare cose ...stupide e scontate.... e' come dire
avere di fronte una persona, vederla con i propri occhi e pretendere una foto
che dimostri che quello che vedo esiste davvero.. necessita' di una prova con un
altro mezzo....perche' sono cosė cieco che NON VOGLIO VEDERE cio' che ESISTE.
come gli occhi, anche le orecchie sono fatte per essere
usate, basta SAPERE ascoltare per capire che un sistema con controreazione suona
male, non ha dinamica e non riproduce suono dal vero, mica ci vogliono prove,
poi se 2 + 2 fa quattro, bhe', basta applicare le regole... ma sembra cio' non
basti.... in HI-FI sembra che chi faccia SOLO misure, non abbia le orecchie, e
chi invece ha le orecchie, non sappia fare le misure. Bhe'.. io le orecchie le
ho e so ascoltare, ma sembra che sappia fare anche due semplici misure per
dimostrare l'ovvio. Ma questa e' solo la prima prova, ne faremo altre 2 almeno
che per vie diverse porteranno allo stesso risultato.
la gente che
mi segue non ha bisogno di tributi, sente e capisce, perche' usa le orecchie,
cosa che non succede piu' da tante parti... dove invece si preferisce chesso'
delegare il progetto di un diffusore a Sw di simulazione... (!)
se volete si
puo' stendere ed enunciare la "teoria della relativita'" applicata ai sistemi di
riproduzione audio, dove si dimostra che il quadripolo lineare non e'
INDIPENDENTE dal segnale di ingresso, e nemmeno da quello di uscita, ma relativo
ad entrambi ed al tipo di carico:
l'AP!!! che e' un motore, che a sua volta ha un carico che sfasa di nuovo e fa
da contro-generatore DIFFERENZIALE: l'aria.
e se qualcuno
tentera' ancora una volta di fare due conti con la legge di ohm applicata a
segnali sinusoidali o costanti, potra' verificare che:
l'impedenza di uscita di un amp NON e' una costante, ma varia con
la frequenza (in regime di segnali costanti, cioe' assestati), inoltre se si
prende in considerazione il regime transitorio invece che segnali costanti,
l'impedenza dell'amp e' ancora diversa, ma lo stesso vale per l'impedenza di un
diffusore. A regime transitorio, NON e' la bellissima curva che ci tracciano
tutti i bei sistemi di misura, semplicemente perche' non tiene conto di un
parametro fondamentale....!!! finito nella penna dei softwaristi..o dimenticato
dagli ingegneri del suono
meditiamo gente..
meditiamo.. che l'hi-fi che forse si sta vendendo e' un po' una bufala... (io
direi anche - ma non con cattiveria - approssimata ad una vacca) e si sente...
almeno io lo sento...
non credete alle
misure esposte? potete provare da voi ci vuole poco..
lo schema e'
dato e un paio di generatori ed un oscilloscopio li si trovano anche al
supermercato oggi... i controreazionati li avete in casa per cui...!!!
pero' se c'e' ancora
qualcuno che asserisce che l'iniezione del segnale a 10 KHz sull'uscita dell'amp
non prova nulla, dico che e' meglio che si riveda il principio dimostrato della
sovrapposizione degli effetti, e se non gli basta, di rivedersi anche
quello di Thevenin e Northon, se non basta ancora sarebbe meglio rivedersi anche
i principi su cui si basano i criteri della controreazione dei nodi sommatori
ecc.., e se cio ' non gli basta ancora, bhe' allora...... arrampicandosi
sui vetri..... direi che forse e' meglio non parlare ...
di solito si fa
brutta figura... c'e a chi piace ed io lo rispetto comunque... contento lui...
SECONDA MODALITA' o
ESPERIMENTO:
UTILIZZO di un WOOFER a
doppia bobina per misurare la FORZA CONTROELETTROMOTRICE PRODOTTA DALL'Altoparlante
QUANDO QUESTO VIENE ECCITATO DA UN SEGNALE IMPULSIVO (ma non solo esso, ma anche
sinusoidale)
Cio' porta a
dimostrare che:
1 - che la
FEM prodotta dall'AP e' molto elevata e cioe' circa del valore ad esso fornito e
che la potenza fornita dall'amplificatore torna tutta indietro e non se ne va in
calore (brucerebbe la bobina in poco tempo se cio' fosse)..
2 - l'uscita di un
amplificatore con controreazione NON ha impedenza di uscita ZERO ohm o di
pochi milliohm
3 - Nulla
vale caricare l'AP in una cassa acustica per diminuire l'effetto della FEM
indotta.
4 - Che la
forma d'onda di detta FEM e' completamente diversa da quella ad esso fornita.
verranno
fornite diverse foto a diverse frequenze per rendere l'idea. Il concetto
dell'esperimento in questo caso si basa sul fatto di utilizzare due
amplificatori UGUALI con il primo dei quali (AMP1) e' possibile pilotare la
PRIMA bobina di un AP da 21 cm (a doppia bobina), e misurare il segnale e la
forma d'onda all'uscita della seconda (COIL 2). Siccome le bobine dell'AP sono
identiche, il segnale prelevato e' quello generato dall'AP. Si ricorda che un
trasformatore o un autotrasformatore sono la stessa cosa ai fini del flusso
indotto. Nel caso di doppia bobina e' come se l'AP fosse un trasformatore, cio'
che abbiamo su un primario (coil 1) e' presente sul secondario (coil 2), ma
anche viceversa...
Si preleva
il segnale dalla seconda bobina (coil 2) e si fornisce all'uscita di un
altro MARANTZ 250 (AMP 2) e si va a vedere all'ingresso di quest'ultimo che
compare. Please vedere foto.
5 - il
segnale di ingresso AMP 1 e' di 1 Volt picco picco (0,552 Vp o efficaci in onda
quadra a 4 KHz). Segnale in alto sull'oscilloscopio (0,5 Volt a quadretto)
FIGURA:
3.2.1
6 - Cio'
produce un'uscita di 21 Vpp sul WOOFER COIL 1, segnale in basso
sull'oscilloscopio FIG. 3.2.1 (vedi anche schema di collegamento sotto FIG.
3.2.2). L'ampli MARANTZ amplifica 21, ed in questo caso NON e' in saturazione.
La saturazione avviene a circa 24,5 Veff/ 4 ohm che di picco sono 34,5 Vp ed il
doppio come Vpp. Quindi molto lontani.
FIGURA: 3.2.2
7 - Dalla
figura 3.2.3 sottoriportata e' possibile vedere il segnale prodotto dalla seconda bobina
dell'AP che ha un'escursione massima di 23,55 Vpp, ma con un a media di circa 20
Vpp, (3 quadretti sono 15 volt piu' la parte obliqua di cui si fa la media,
ed esce tra la semionda sotto e quella sopra un altro quadretto). La seconda
bobina e' misurata a VUOTO. Cortocircuitandola fornisce una corrente di circa
0,5 ampere.. mica poco...l'AMPLIFICATORE AMP2 per contenere l'energia che arriva
alla sua uscita scalda come se stesse fornendo potenza al carico... (cosa
normale). Da qui si capisce che la FEM mandata indietro all'AP non e' una
piccola frazione di quella ricevuta, ma quasi la totalita'. Certo, esiste in
questo caso anche l'effetto TRASFORMATORE tra le due bobine (ed e' per questo
che non ho preso questo esempio come assoluto, ma ben 3 esempi da relazionare
tra loro), ma solo una
piccola parte viene tradotta in SUONO e poca altra in CALORE. La potenza
assorbita da un AP e' inoltre per la maggior parte dello spettro audio da
considerare REATTIVA, perche' l'impedenza dello stesso NON E' RESISTIVA e la
fase da esso presentata non e' ZERO. Cio' avviene di solito SOLO in qualche
punto della banda passante.
FIGURA:
3.2.3
8 - Dalla
figura 3.2.4 e' possibile vedere il segnale prodotto dalla seconda bobina
dell'AP quando e' connessa all'USCITA dell'AMP 2. ha un'escursione massima di
1,245 Vpp (prima forma d'onda in alto), la seconda sotto, riporta ancora il
segnale di uscita dell'AMP 1 (21 Vpp- asse Y scalibrato)
FIGURA:
3.2.4
E'
possibile notare come durante i transitori dell'ONDA quadra, la
controreazione non entri in funzione come per il regime costante. E'
possibile calcolare a questo proposito l'impedenza di uscita dell'amp a
regime statico (e' di 0,015 ohm dove la tensione arriva a 1,245 Vpp,) ed a
regime dinamico (e' di 0,207 ohm dove la tensione arriva a 0,2 Vpp - frecce
bianche). La differenza e' di circa 14 volte. In teoria se l'onda quadra di
prova avesse dei fronti piu' ripidi, la differenza sarebbe INFINITA. E' da
tenere presente che l'onda quadra utilizzata ESCE amplificata da un
AMPLIFICATORE che ha BANDA LIMITATA (circa 80-120 KHz visto il fronte
di salita di circa 4 uS -rif: fig.3.2.1). Il fronte di salita QUINDI NON e'
RIPIDO. Se lo fosse stato, la differenza dell'impendenza di uscita sarebbe
anche di 100 o 200 volte. Si ricorda inoltre che la controreazione in un
amplificatore FUNZIONA anche se il segnale e' IMMESSO dall'USCITA invece che
dall'ingresso dell'AMP.
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|
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8.1 - Dalla
figura 3.2.5 sotto e' possibile vedere il segnale che torna all'ingresso di AMP
2.
Circa 1 mVpp, tenendo conto che all'ingresso e' gia' connessa una resistenza di
chiusura che simula l'impedenza del generatore (200 ohm)
FIGURA:
3.2.5
Dalla figura
3.2.5.1 sotto e' possibile vedere il segnale che torna all'ingresso di AMP 2
senza la connessione della resistenza di 200 ohm il carico e' 100 Kohm. Circa
3,5 mVpp. La forma d'onda in basso e' sempre l'uscita dell'AMP 1 a 20 Vpp a 10
KHz.
FIGURA:
3.2.5.1
Dalla figura FIGURA:
3.2.5.2 (segnale di uscita
ad onda quadra sotto, e segnale di ingresso disturbato SOPRA) e FIGURA:
3.2.5.2-1 (solo segnale di
ingresso disturbato e meglio sincronizzato) sottoriportate e' possibile vedere il segnale che torna all'ingresso di
AMP 2, quando ad esso e' connesso un generatore sinusoidale che emette un
segnale di 0,5 Veff a 200 Hz. La sincronizzazione delle due forme d'onda (non
essendo sincrone tra loro), non e' facilmente eseguibile. L'asse Y
dell'oscilloscopio che riprende il segnale a 200Hz all'ingresso di AMP 2 e' alla
massima amplificazione, per cui si vede solo una piccola parte delle sinusoide
(linea obliqua in salita), e' chiaramente visibile sovrapposto ad essa il
segnale disturbante che viene dall'uscita dell'AMP 2 (quello a 10 KHz). La forma
d'onda QUADRA sotto e' sempre il segnale all'uscita di AMP 1 di 20 Vp a 10 KHz.
In pratica siamo nelle stesse condizioni della figura 3.1, ma utilizzando un
metodo diverso di misura e cioe' quello con il WOOFER a doppia bobina. Manca
solo la sincronizzazione corretta dell'oscilloscopio (cosa quasi impossibile con
segnali asincroni tra loro in frequenza), per il resto le forme d'onda sono
identiche a fig 3.1.
FIGURA:
3.2.5.2 |
FIGURA:
3.2.5.2-1 |
|
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9 - Vengono
di seguito riportate altre forme d'onda prelevate ai capi di COIL 2 (la seconda
bobina del Woofer utilizzato) a frequenze diverse da 4 KHz. Si nota come la forma
d'onda del segnale generato dall'AP (altoparlante) sia completamente DIVERSA da cio' che viene
ad esso FORNITO. Questo e' cio' che ritorna poi all'uscita dell'AMP e che viene
a sua volta traslata (dopo opportuna attenuazione), all'ingresso dello stesso
amplificatore tramite la RETE di CONTROREAZIONE. Una volta avvenuto cio', il
segnale di ritorno si
somma algebricamente FUORI FASE a cio' che in quel momento sta entrando. Il
tutto varia con la frequenza del segnale preso in analisi. Immaginatevi l'interazione di 2 altoparlanti
(invece che uno solo) interagenti tra loro ed interpolati con un crossover
calcolato su regime sinusoidale e non invece TRANSITORIO come e' effettivamente
la musica. Un macello!!
FIGURA:
3.2.6
TERZA MODALITA' O ESPERIMENTO
Questa
modalita' tende a verificare che la tensione all'uscita dell'amplificatore NON
e' generata solo dall'AMPLIFICATORE, ma l'altoparlante interviene in modo molto
marcato sulla definizione del segnale di uscita dello stesso.
La verifica
si basa sull'analisi di un principio diverso da quelli precedenti, quello del
nodo sommatore di uscita di un amplificatore (ma anche all'ingresso sarebbe la
stessa identica cosa). In pratica, non e' possibile, distinguere in un nodo
sommatore di tensione o di corrente, le entita' dei segnali andando a misurare
ESATTAMENTE sul nodo, perche' in questo caso si visualizza LA SOMMA ALGEBRICA
DELLE SITUAZIONI ISTANTANEE che concorrono a FORMARE il segnale in quel momento,
siano esse correnti o tensioni.
FIG.3.3.1
Per
definizione si pensa che chi fornisca la tensione all'uscita di un amplificatore
sia l'amplificatore stesso. Noi andremo a verificare se cio' e' vero. E'
importante sapere che il segnale all'uscita dell'amplificatore e' per
definizione formato dalle correnti IAMP (freccia rossa), ISPK (freccia BLU)
[da dimostrare che esista, ma
facilmente verificabile con due altoparlanti in serie connessi all'uscita di un
amp. Se si fa muovere con la mano la membrana di uno la membrana dell'altro si
muove in direzione opposta senza toccarlo, questo sia che l'amp sia acceso o
spento], e IFB
(freccia verde).
La
sommatoria istantanea di queste correnti forma il segnale VU-AMP (segnato con la
freccia blu verticale sul nodo di uscita dell'amplificatore stesso). L'unico
modo per poter effettivamente verificare cosa succede in un nodo sommatore e'
quello di utilizzare la metodologia del disaccoppiamento del nodo inserendo una
variabile LINEARE che dia, nel nostro caso, la possibilita' di verificare cosa
succede all'uscita dell'AMP e cosa succede nello stesso momento ai capi
dell'Altoparlante.
Noi lo
faremo inserendo una resistenza di basso valore (0,25 ohm NON induttiva) e per
fugare ogni dubbio, useremo una frequenza di analisi MOLTO bassa cioe': 50 Hz.
Bene il banco di prova e' quello in figura 3.3.2 sotto
FIG.3.3.2
bene.
andiamo a misurare ora i segnali sia all'uscita dell'AMP OUT e sul nodo SPK OUT.
E' facilmente verificabile che le due forme d'onda SONO DIVERSE -
VEDERE BENE IL TETTO DELL'ONDA
QUADRA STORTO E DEFORMATO ALL'INIZIO.
Questo e' dovuto al fatto che nel momento in cui il NODO di uscita si
disaccoppia, compare sempre piu' la forma d'onda della FEM generata
dall'altoparlante AI CAPI DELL'ALTOPARLANTE.
Se fate caso
e' simile a quella riportata in fig.3.2.6.2
(RIPORTATA ANCORA PER COMODITA'
QUI SOTTO) in alto. Se
infatti si aumenta la resistenza in serie portandola a valori piu' alti (chesso'
1 o 2 ohm), vi ritrovate esattamente la stessa forma d'onda con le gobbe che
compaiono sempre di piu'. Cioe' si fa largo la FEM generata dall'AP al morsetto
SPK OUT.
fig.3.3.2.1 |
fig.3.2.6.2 |
|
|
La forma
d'onda all'uscita di un AMPLIFICATORE e' SEMPRE LA SOMMATORIA del SEGNALE
GENERATO DALL'AMPLIFICATORE STESSO E LA FORZA CONTRO-ELETTROMOTRICE GENERATA
DALL'ALTOPARLANTE.
Il segnale
in ingresso all'amplificatore e' di conseguenza SEMPRE la sommatoria del segnale
di ingresso che arriva dal generatore (CD PLAYER, DVD o altro), e il segnale che
torna indietro dal nodo di controreazione di uscita ( questo e' stato visto
nelle due prove precedenti).
Dato che il
nodo di uscita e' continuamente influenzato dal segnale continuamente generato
dall'AP, non avremo MAI un segnale in ingresso COERENTE con cio' che davvero la
SORGENTE VORREBBE FORNIRE.
L'unico modo
per evitare cio' e' togliere la controreazione, altrimenti accettare che un
qualsiasi amplificatore controreazionato abbia una dinamica massima di COERENZA
sul segnale di ingresso variabile tra i 55 ed i 60 dB (tenendo presente
l'eventuale PRE con controreazione che ha anche esso una perdita di COERENZA per
il segnale di ritorno (circa 3 dB che si sottraggono).
In pratica
questo e' un grosso collo di bottiglia. E SI SENTE !!!
INIZIO PAGINA
QUARTA PARTE
Vengono
descritte LE
CONTROREAZIONI di tipo LOCALE. I circuiti che vengono implementati e perche' sono
da evitare. Esempio di diversi tipi di controreazione locale. Un
semplice circuito differenziale e' controreazionato? Come e perche'. Come la
Controreazione Locale agisce e ri-trasferisce il segnale tra l'uscita e
l'ingresso esattamente come fa la controreazione totale.
Inizia qui
di seguito la rappresentazione dei vari circuiti ad uno stadio amplificatore
semplice di un transistor ad emettitore comune con la maggior parte delle
possibilita' di applicazione. La spiegazione rimane sempre semplificata.
Importanti sono i concetti di base, non verra' qui di seguito riportato come
progettare uno stadio amplificatore, ma al massimo vedere se e' controreazionato
localmente oppure no. I circuiti a transistor (a parte la polarizzazione per
l'eventuale punto di funzionamento diverso per valvole e Mosfet) puo' comunque
essere riportato (ai fini della controreazione) a triodi o Transistor ad effetto
di campo a giunzione o a MOSFET sostituendone gli opportuni parametri.
FIG.6 |
FIG.7 |
|
|
Questo circuito non e' normalmente utilizzato,
perche' e' molto difficile da stabilizzarne termicamente il punto di
lavoro al punto C, ma e' quello che suona meglio in assoluto dal punto di
vista chiaramente sonoro. Il guadagno dello stadio e' massimo. Lo stadio
guadagna in tensione. Il guadagno e' pari al "fattore di amplificazione del
transistor - BETA" moltiplicato per la RC e diviso la resistenza di base "hie"
in pratica se Beta=100
e hie = 1Kohm (valore standard per la maggior
parte dei transistor di BF per piccoli segnali)
e RC= 10.000 ohm (comprende anche la
resistenza di carico esterna non connessa)
l'amplificazione in tensione dello stadio
rimane circa:
Av= (Rc/hie) x beta = 1000
(60 db)
Una cosa da rammentare molto importante: se
vaira il BETA viaria il fattore di amplificazione. Cosa deleteria nel
progetto di un amplificatore senza F.B. totale perche' l'amplificazione
totale dipendera' dal singolo transistor abbia esso 100, 120 o 150 di
beta...cosa normale |
Questo circuito e' normalmente utilizzato, perche' e' molto facile da
stabilizzarne termicamente il punto di lavoro al punto C, ma e' quello
che suona PEGGIO in assoluto. Il guadagno dello stadio e' CONTROLLATO dal
valore di RE. Lo stadio guadagna in tensione. Il guadagno e' NON e' pari al
"fattore di amplificazione del transistor - BETA" moltiplicato per la RC e
diviso la resistenza di base "hie", ma e' RC/RE.
Si capisce che adottando questa configurazione si esula dal Beta del
transistor come amplificazione finale ma!!!!
rispetto al circuito di FIG: 6 se RE = 500 ohm avremo:
Av = RC/RE = 10000/500= 20 (10 dB)
rispetto all'esempio a fianco
la controreazione dello stadio e':
50 dB!!! (60-10)
Un' amplificatore differenziale (usato
nel 99% degli amplificatori di potenza a stato solido, utilizza due circuiti
di questo tipo con una sola Re) vedi figura 8.
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FIG.8 - circuito differenziale |
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Il CIRCUITO
AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE e' normalmente utilizzato negli
amplificatori audio perche' ha un'alta reiezione ai disturbi di modo comune
(p.e. ronzii dovuti all'alimentatore). In pratica si chiama differenziale
perche' amplifica SOLO le differenze di segnale che si presenta(no) ai due
ingressi di Q1 e Q2. Tra le uscite C dei due transistor si ricava la
differenza dei due segnali amplificata. Se un ronzio dell'alimentazione
entra su un transistor, esso entra allo stesso modo anche sull'altro,
l'amplificazione risulta la stessa ed essendo essa in fase il rumore e' come
se non venisse amplificato, perche' UGUALE su entrambi i rami (uscite C).
Il guadagno dello stadio e' CONTROLLATO dal
valore di RE ed RC. Lo stadio guadagna in tensione. Il guadagno NON e' pari al
"fattore di amplificazione del transistor - BETA" moltiplicato per la RC e
diviso la resistenza di base "hie", ma e' RC/2RE, quindi
ALTAMENTE CONTROREAZIONATO. A poco vale mettere un
generatore di corrente al posto di RE (cosa normalmente attuata), la
controreazione rimane.
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