IL MESSAGGIO lasciato dalla Vergine Maria a
LA SALETTE
Quando Massimino e Melania si avvicinano
al globo di luce, vedono al suo interno
una donna, la «bella Signora» come la
chiameranno da allora in poi, seduta con i
gomiti poggiati sulle ginocchia e il viso
nascosto tra le mani e la sentono
singhiozzare. La donna si alza lentamente
e dice: «Avvicinatevi, figli miei,
non abbiate timore, sono qui per
annunciarvi un grande messaggio».
|
È vestita come le donne del villaggio:
un abito che scende fino ai piedi, uno
scialle, una cuffia sulla testa, un
grembiule annodato attorno ai fianchi.
La cuffia, l'orlo dello scialle e i
piedi sono ornati da ghirlande di
rose. Accanto alle rose dello scialle
è visibile una pesante catena, mentre
al petto porta un crocifisso con ai
lati un paio di tenaglie e un
martello. Allora la «bella Signora»
continua:
«Se il mio popolo non vuole
sottomettersi, sono costretta a
lasciare libero il braccio di mio
Figlio. Esso è così forte e così
pesante che non posso più sostenerlo.
Da quanto tempo soffro per voi! Se
voglio che mio Figlio non vi
abbandoni, mi è stato affidato il
compito di pregarlo continuamente per
voi; voi non ci fate caso. Per quanto
pregherete e farete, mai potrete
compensare la pena che mi sono presa
per voi. Vi ho dato sei giorni per
lavorare, mi sono riservato il settimo
e non me lo volete concedere. È questo
che appesantisce tanto il braccio di
mio Figlio! Coloro che guidano i carri
non sanno imprecare senza usare il
nome di mio Figlio. Queste sono le due
cose che appesantiscono tanto il
braccio di mio Figlio. Se il
raccolto si guasta, la colpa è vostra.
Ve l'ho mostrato l'anno passato con le
patate: voi non ci avete fatto caso.
Anzi, quando ne trovavate di guaste,
bestemmiavate il nome di mio Figlio.
Esse continueranno a marcire e quest'anno,
a Natale, non ve ne saranno più». |
La parola «patate» (pommes de terre, in
francese) mette in imbarazzo Melania. Nel
dialetto locale, le patate vengono
chiamate «las truffas». La ragazza si
rivolge allora a Massimino. Ma la «bella
Signora» la previene, continuando il suo
discorso non più in francese, ma nel
dialetto dei ragazzi:
«Voi non capite, figli miei? Ve lo
dirò diversamente. Se avete del grano, non
seminatelo. Quello seminato sarà mangiato
dagli insetti e quello che verrà cadrà in
polvere, quando lo batterete.
Sopraggiungerà una grande carestia. Prima
di essa, i bambini al di sotto dei sette
anni saranno colpiti da tremito e morranno
tra le braccia di coloro che li terranno.
Gli altri faranno penitenza con la
carestia. Le noci si guasteranno e l'uva
marcirà».
A questo punto, la donna affida un segreto
a Massimino e poi a Melania; quindi
prosegue:
«Se si convertono, le pietre e le
rocce si tramuteranno in mucchi di grano e
le patate nasceranno da sole nei campi.
Fate la vostra preghiera, figli miei?».
«Non molto, Signora», rispondono
entrambi.
«Ah, figli miei, bisogna proprio
farla, sera e mattino! Quando non potete
far meglio, dite almeno un Pater e un'Ave
Maria; quando potete fare meglio, ditene
di più. A messa, d'estate, vanno solo
alcune donne anziane; gli altri lavorano
di domenica, tutta l'estate. D'inverno,
quando non sanno che fare, vanno a messa
solo per burlarsi della religione. In
Quaresima, vanno alla macelleria come i
cani. Avete mai visto del grano guasto,
figli miei?».
«No, Signora», rispondono. Allora
la donna si rivolge a Massimino:
«Ma tu, figlio mio, lo devi aver visto
una volta con tuo padre, verso la terra di
Coin. Il padrone del campo disse a tuo
padre di andare a vedere il suo grano
guasto. Vi andaste tutti e due, prendeste
in mano due o tre spighe, le stropicciaste
e tutto cadde in polvere. Al ritorno,
quando eravate a mezz'ora da Corps, tuo
padre ti diede un pezzo di pane dicendoti:
"Prendi, figlio mio, mangia ancora del
pane quest'anno, perché non so chi ne
mangerà l'anno prossimo, se il grano
continua in questo modo».
«Oh, sì, Signora, ora ricordo: prima
non me lo ricordavo!», risponde
Massimino. La donna riprende a dire in
francese:
«Ebbene, figli miei, fatelo conoscere
a tutto il mio popolo».
Poi inizia a muoversi, attraversa il
ruscello e, senza voltarsi, ripete: «Andiamo,
figli miei, fatelo conoscere a tutto il
mio popolo».
La «bella Signora» risale il sentiero
sinuoso che porta al Collet e si eleva da
terra; i pastorelli la raggiungono e si
accorgono che guarda prima il cielo e poi
la terra. A quel punto, la donna inizia a
fondersi nella luce, e quest'ultima, a sua
volta, scompare.
i segreti di LA SALETTE
Il 19 settembre del 1846 a
La
Salette, sulle Alpi francesi,
due poveri pastorelli, Massimino e Melania,
videro una
Bella
Signora piangente, seduta su una
roccia e avvolta da un alone luminoso. La
Bella
Signora, invitandoli ad
avvicinarsi, manifestò tutto il suo dolore
per la triste condizione spirituale del
popolo di Dio, rivelando allo stesso tempo
alcuni segreti riguardanti la vita privata
dei due fanciulli e i futuri destini
dell'umanità.
La Chiesa ha ufficialmente approvato
questa rivelazione privata nel novembre del
1851:
«…
l'Apparizione della S.S. Vergine ha tutti i
caratteri della verità e i fedeli hanno
fondate ragioni per crederla indubitabile e
certa»
, così recita il
documento redatto e pubblicato dalla Diocesi
di Grenoble.
Un'apparizione non troppo conosciuta, quella
di La Salette, rispetto a Fatima o Lourdes.
Tuttavia l'apparizione della Vergine a
La
Salette appare molto
significativa.
Nella storia dell'apparizione della Madonna
a La
Salette si era creato un vuoto
che sembrava incolmabile:
i segreti
dei due pastorelli
,
Melania e
Massimino, inviati dal vescovo di Grenoble a
papa Pio IX nel 1851 e mai rivelati,
erano scomparsi e sembravano
irrimediabilmente perduti.
Uno studioso francese,
l'abbé
Michel Corteville, impegnato
a Roma in una ricerca per la sua tesi di
laurea su La Salette, li ha
provvidenzialmente scoperti
il 2
ottobre del 1999 nell'Archivio della
Congregazione della Dottrina per la Fede.
Su questo importante ritrovamento Corteville
ha pubblicato in Francia uno studio in
collaborazione con l'insigne mariologo l'abbé
René Laurentin (M. Corteville – R. Laurentin,
Découverte du secret de La Salette,
pp. 264, Fayard, Paris 2002). Ma era volontà
della Vergine che questi messaggi fossero
portati a conoscenza di tutti i popoli della
terra e così mons. Antonio Galli
, stimatissimo sacerdote
ultranovantenne, ha ritenuto di dover
obbedire diffondendo le parole, che furono
da Lei pronunciate tra le lacrime, anche in
Italia, dove Melania trovò rifugio e
conforto alla persecuzione di cui fu oggetto
in patria.
Mons. Galli ci offre la sua meritevole
fatica apostolica nel suo libro
Scoperti
in Vaticano i Segreti di La Salette.
L'apparizione, le polemiche, le profezie
apocalittiche
(Sugarco Edizioni, 2007, €
16,50). Oltre ad una dettagliata narrazione
della scoperta dell'abbé Corteville, in
questo libro è presente un'ampia analisi dei
due messaggi, i cui vaticini apocalittici,
sorprendentemente attuali, possono suscitare
serie riflessioni e generosi propositi
nell'animo del lettore.
Tratto dal libro "I segreti de La Salette"
di Mons. Antonio Galli - Sugarco Edizioni
IL MESSAGGIO DI MELANIA CALVAT
Melania, sto per dirti qualcosa che non
dirai a nessuno. Il tempo della collera di
Dio è arrivato, se, quando avrai detto ai
popoli ciò che ho detto adesso e che ti dirò
di dire ancora; se, dopo ciò, essi non si
convertiranno, non si farà penitenza e non
si cesserà di lavorare la domenica e si
continuerà a bestemmiare il santo nome di
Dio, in una parola, se la faccia della terra
non cambia, Dio si vendicherà contro il
popolo ingrato e schiavo del demonio. Il mio
Figlio sta per manifestare la sua potenza.
Parigi, questa città macchiata da ogni sorta
di crimini, perirà infallibilmente,
Marsiglia sarà inghiottita poco tempo dopo.
Quando queste cose succederanno, il
disordine sarà completo sulla terra; il
mondo si abbandonerà alle sue empie
passioni.
Il Papa sarà perseguitato da ogni parte, gli
si sparerà addosso, lo si vorrà mettere a
morte, ma non gli potranno far nulla. Il
Vicario di Cristo trionferà ancora una
volta.
I sacerdoti, i religiosi e i vari servi del
mio Figlio saranno perseguitati e molti
moriranno per la fede in Gesù Cristo.
Regnerà in quel tempo una grande fame.
Dopo che saranno avvenute tutte queste cose,
molte persone riconosceranno la mano di Dio
su di loro e si convertiranno e faranno
penitenza dei loro peccati.
Un grande Re salirà sul trono e regnerà per
alcuni anni. La religione rifiorirà e si
spanderà su tutta la terra e la fertilità
sarà grande, il mondo, contento di non
mancare di nulla, ricomincerà con i suoi
disordini e abbandonerà Dio e si darà in
braccio alle sue passioni criminali.
Vi saranno anche dei ministri di Dio e delle
spose di Gesù Cristo che si abbandoneranno
ai disordini e questa sarà una cosa
terribile; infine un inferno regnerà sulla
terra: sarà allora che nascerà l'Anticristo
da una religiosa, ma guai ad essa; molte
persone gli crederanno perché si dirà venuto
dal cielo; il tempo non è molto lontano, non
passeranno due volte 50 anni.
Figlia mia, tu non dirai ciò che ti ho
detto, tu non dirai, se devi dirlo un
giorno, tu non dirai quello che riguarda
ciò, infine non dirai nulla finché non ti
permetto di dirlo.
Prego il Santo Padre di darmi la sua santa
Benedizione.
Melania Matthieu, pastorella de La Salette.
Grenoble, 6 luglio 1851
P.S.: Secondo l'abbé Corteville, la frase
«due volte 50 anni» sarebbe stata aggiunta
da Melania. Ritengo interessante però notare
che quei cento anni ci porterebbero al 1951.
Ora esiste un noto vaticinio della beata
Caterina Emmerick, morta nel 1827, secondo
la quale cinquanta o sessant'anni prima del
2000 frotte di demoni sarebbero uscite
dall'inferno e lasciate libere di
scorrazzare per la terra. Dobbiamo purtroppo
constatare, a nostre spese, che nella
seconda metà del secolo XX, Satana si è
veramente scatenato, precipitando il mondo
in un abisso di orrori e di tenebre.
La fotocopia del segreto di Melania, come
più avanti quella del segreto di Massimino,
fa parte della documentazione a corredo
della tesi di laurea su La Salette dell'abbé
Michel Corteville.
Il segreto rivelato da Melanie a Mons.
Ginoulhiac
Melania, vengo a dirvi alcune cose che voi
non rivelerete a nessuno, finché non sia io
a dirvi di comunicarle. Se dopo che avrete
annunciato al popolo tutto ciò che vi ho
manifestato e tutto ciò che vi dirò ancora
di rendere noto, se dopo ciò il mondo non si
converte, in li una parola se la faccia
della terra non cambia in meglio,
arriveranno grandi sventure, giungerà una
grande fame e nel tempo stesso una grande
guerra, prima in tutta la Francia, in
seguito nella Russia e in Inghilterra: dopo
queste rivoluzioni si diffonderà una gran
fame in tre parti del mondo, nel 1863,
durante la quale si compiranno molti
crimini, soprattutto nelle città; ma guai
agli ecclesiastici, ai religiosi, alle
religiose, perché sono essi che attirano
sulla terra i mali maggiori. Mio Figlio li
punirà in modo terribile; dopo queste guerre
e queste carestie i popoli riconosceranno
per un po di tempo che è la mano
dell'Onnipotente a colpirli e ritorneranno
ai loro doveri religiosi e sarà resa la
pace, ma per breve tempo.
Le persone consacrate a Dio dimenticheranno
i loro doveri religiosi e cadranno in preda
a un grande rilassamento, fino a
dimenticarsi di Dio e infine tutto il mondo
dimenticherà il suo Creatore. Sarà allora
che cominceranno di nuovo i castighi. Dio,
irritato, colpirà il mondo intero
infallibilmente in questo modo: un uomo
malvagio regnerà in Francia. Egli
perseguiterà la Chiesa, si chiuderanno le
chiese, verranno incendiate. Scoppierà una
grande carestia, accompagnata dalla peste e
dalla guerra civile. In quel tempo Parigi
sarà distrutta, Marsiglia inondata, e sarà
sempre in quel tempo che i veri servi di Dio
riceveranno la corona dei martiri per essere
rimasti fedeli. Il Papa e i ministri [di
Dio] subiranno la persecuzione. Ma Dio sarà
con essi, il Pontefice otterrà la palma del
martirio insieme ai religiosi e religiose.
Che il sovrano Pontefice prepari le armi e
si tenga pronto a marciare in difesa della
religione di mio Figlio. Che domandi
incessantemente la forza dello Spirito
Santo, come pure le persone consacrate a
Dio, poiché la persecuzione religiosa si
scatenerà dovunque e molti sacerdoti,
religiosi e religiose diverranno apostati.
Oh! Quale grande offesa al mio Figlio da
parte dei ministri e delle spose di Gesù
Cristo! Dopo quella persecuzione non ve ne
sarà un'altra [simile] sino alla fine del
mondo. Seguiranno tre anni di pace, poi
avverrà la nascita e il Regno
dell'Anticristo, il quale sarà terribile al
massimo. Egli nascerà da una religiosa di un
Ordine molto severo. Quella religiosa sarà
considerata la più santa del monastero [il
padre dell'Anticristo sarà un vescovo ecc.]
Qui la Vergine mi donò la regola [degli
Apostoli degli ultimi tempi], poi mi rivelò
un altro segreto sulla fine dei mondo. Le
religiose che dimoreranno nello stesso
convento [dove è la madre dell'Anticristo]
saranno accecate,finché non si accorgeranno
che era l'inferno a guidarle. Per la fine
del mondo non passeranno che due volte 40
anni.
LA MATERNA APOCALISSE DELLA MADRE DI DIO
1. «Melania, quello che sto per dirti ora
non sarà sempre un segreto: lo puoi
pubblicare nel 1858.
2. I sacerdoti, i ministri di mio Figlio, i
sacerdoti, con la loro vita cattiva, con le
loro irriverenze e le loro empietà nel
celebrare i santi Misteri, con l'amore per
il denaro, l'amore per gli onori ed i
piaceri, i sacerdoti sono diventati cloache
di impurità. Sì, i preti provocano la
vendetta, e vendetta pende sulle loro teste.
Siano maledetti i preti e le persone
consacrate a Dio che, con la loro infedeltà
e la loro vita cattiva, crocifiggono di
nuovo mio Figlio! I peccati delle persone
consacrate a Dio gridano al Cielo e
richiamano vendetta, ed ora ecco la vendetta
alle loro porte, giacché non si trova più
alcuno che invochi misericordia e perdono
per la gente non ci sono più anime generose;
ora non c'è più nessuno degno di offrire la
Vittima Immacolata all'Eterno in favore del
mondo.
3. Dio colpirà in una maniera senza pari!
4. Guai agli abitanti della terra! Dio
vuoterà la sua ira e nessuno sarà in grado
di sfuggire a tanti mali tutti in una volta.
5. I capi, i condottieri del popolo di Dio,
hanno dimenticato la preghiera e la
penitenza, e il demonio ha ottenebrato le
loro menti; essi sono divenuti quelle stelle
erranti che l'antico diavolo con la sua coda
trascinerà alla rovina. Dio abbandonerà gli
uomini a se stessi e manderà castighi uno
dopo l'altro per più di 35 anni.
6. La società è alla vigilia dei più
terribili flagelli e dei più grandi eventi;
ci si deve aspettare di essere governati da
una verga di ferro e di bere il calice
dell'ira di Dio.
7. Che il Vicario di mio Figlio, il Sovrano
Pontefice Pio IX, non lasci Roma dopo il
1858; che egli sia fermo e generoso, faccia
la battaglia con le armi della Fede e
dell'amore. Io sarò con lui.
8. Che si guardi da Napoleone; il suo cuore
è doppio, e quando egli vorrà essere papa e
imperatore allo stesso tempo, Dio lo
abbandonerà. Egli è l'aquila che,
desiderando di alzarsi sempre più, cadrà
sulla spada che lui voleva usare per forzare
le popolazioni ad esaltano.
9. L'Italia sarà punita per la sua ambizione
nel volere scuotersi il giogo del Signore
dei Signori: così essa sarà consegnata alla
guerra: sangue scorrerà da tutte le parti:
chiese saranno chiuse o dissacrate: preti,
religiosi saranno cacciati; essi saranno
messi a morte e ad una morte crudele. Molti
abbandoneranno la fede e il numero dei
sacerdoti e dei religiosi che si separeranno
dalla vera religione sarà grande: persino
dei vescovi saranno trovati tra queste
persone.
10. Che il papa stia in guardia contro gli
operatori di miracoli, giacché è venuto il
tempo in cui avverranno i più straordinari
prodigi sulla terra e in cielo.
11. Nell'anno 1864, Lucifero ed un gran
numero di demoni saranno sciolti
dall'inferno: a poco a poco essi aboliranno
la fede, e questo anche in persone
consacrate a Dio; essi li accecheranno a tal
punto che senza una grazia speciale, queste
persone prenderanno lo spirito di questi
angeli cattivi: numerose case religiose
perderanno completamente la fede e
causeranno la dannazione di molte anime.
12. Libri cattivi abbonderanno sulla terra e
gli spiriti di oscurità spargeranno da ogni
parte un universale rilassamento in tutto
ciò che concerne il servizio di Dio. Essi
avranno un grandissimo potere sulla natura:
ci saranno chiese per servire questi spiriti
[la Setta di Satana. NdR].
La gente sarà trasportata da un posto
all'altro da questi spiriti cattivi, e
persino i sacerdoti perché essi non avranno
vissuto secondo lo spirito del Vangelo, che
è spirito di umiltà, carità e zelo per la
gloria di Dio. I morti e i giusti saranno
fatti risorgere. [Cioè: questi morti
assumeranno l'aspetto di anime giuste che
una volta vissero sulla terra, con lo scopo
di sedurre gli uomini più facilmente: ma non
saranno altro che il demonio, sotto queste
facce, predicheranno un altro Vangelo,
contrario a quello vero di Gesù Cristo,
negando l'esistenza del paradiso. Tutte
queste anime appariranno unite ai loro
corpi. Così ha poi aggiunto Melania]. Ci
saranno straordinari prodigi dovunque,
perché la vera fede è stata spenta ed una
falsa luce illumina il mondo. Guai ai
principi della Chiesa che saranno occupati
solo ad accumulare ricchezze su ricchezze, a
difendere la propria autorità e a dominare
con orgoglio!
13. Il Vicario di mio Figlio dovrà soffrire
molto, perché per un po' la Chiesa sarà
soggetta a grandi persecuzioni. Sarà l'ora
delle tenebre: la Chiesa passerà una
spaventosa crisi.
14. Dimenticata la santa fede di Dio, ogni
individuo vorrà guidarsi da solo ed essere
superiore ai suoi pari. L'autorità civile ed
ecclesiastica sarà abolita, l'ordine e la
giustizia saranno calpestati sotto i piedi.
Si vedranno solo omicidi, odio, gelosia,
menzogna e discordia, senza amore per la
patria e per la famiglia.
15. Il Santo Padre soffrirà molto. Io sarò
con lui fino alla fine per ricevere il suo
sacrificio.
16. I malvagi faranno vari attentati alla
sua vita, senza riuscire ad accorciare i
suoi giorni; ma né lui né il suo successore
vedranno il trionfo della Chiesa di Dio.
17. I governanti civili avranno tutti lo
stesso scopo, che sarà quello di abolire e
far sparire ogni principio religioso, per
far strada al materialismo, all'ateismo,
allo spiritismo e a vizi di tutti i tipi.
18. Nell'anno 1865, l'abominazione sarà
vista nei luoghi santi; nei conventi, i
fiori della Chiesa diverranno putridi e il
diavolo si stabilirà come re di tutti i
cuori. Coloro che sono a capo di comunità
religiose stiano in guardia con le persone
che devono ricevere, perché il diavolo userà
tutta la sua malizia per introdurre negli
Ordini religiosi persone date al peccato,
giacché disordini e amore ai piaceri carnali
saranno sparsi su tutta la terra.
19. La Francia, l'Italia, la Spagna e
l'Inghilterra saranno in guerra; sangue
scorrerà per le strade; il francese
combatterà col francese, l'italiano con
l'italiano; poi ci sarà una guerra generale
che sarà spaventosa. Per un po' Dio non si
ricorderà più della Francia e dell'Italia,
perché il Vangelo di Gesù Cristo non è più
conosciuto. I malvagi sguinzaglieranno tutta
la loro malizia; persino nelle case ci
saranno omicidi e mutui massacri.
20. Con il primo fulmineo colpo della sua
spada, le montagne e tutta la natura
tremeranno di spavento, perché i disordini e
i crimini degli uomini stanno squarciando la
volta dei cieli. Parigi sarà bruciata e
Marsiglia inghiottita; numerose grandi città
saranno scosse e inghiottite dai terremoti;
tutto sembrerà perduto; si vedranno solo
assassinii; si udranno strepito di armi e
bestemmie. I giusti soffriranno molto; le
loro preghiere, la loro penitenza e le loro
lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il
popolo di Dio chiederà perdono e
misericordia e chiederà il mio aiuto ed
intercessione. Allora Gesù Cristo, per un
atto della sua giustizia e per la sua grande
misericordia verso i giusti, comanderà ai
suoi angeli di mettere a morte tutti i suoi
nemici.
In un colpo i persecutori della Chiesa di
Gesù Cristo e tutti gli uomini dediti al
peccato periranno e la terra diventerà come
un deserto.
Poi, ci sarà la pace, la riconciliazione di
Dio con gli uomini; Gesù Cristo sarà
servito, adorato e glorificato; la carità
fiorirà ovunque. I nuovi re saranno il
braccio destro della Santa Chiesa, che sarà
forte, umile, pia, povera, zelante, imitante
le virtù di Gesù Cristo. Il Vangelo sarà
predicato ovunque e gli uomini faranno
grandi passi nella fede, perché ci sarà
unità tra gli operai di Gesù Cristo e gli
uomini vivranno nel timor di Dio.
21. Ma questa pace tra gli uomini non durerà
molto: 25 anni di raccolti abbondanti
faranno dimenticare loro che i peccati degli
uomini sono la causa di tutti i guai che
capitano sulla terra.
22. Un precursore dell'Anticristo, con le
sue milizie prese da molte nazioni, muoverà
guerra contro il vero Cristo, il solo
Salvatore del mondo; egli spargerà molto
sangue e cercherà di annullare il culto di
Dio per essere considerato come un Dio.
23. La terra sarà colpita da castighi di
ogni genere [oltre alla peste e alla
carestia, che saranno diffuse, aggiunto da
Melania]: ci saranno guerre fino all'ultima
guerra, che sarà poi mossa dai dieci re
dell'Anticristo, re che avranno un disegno
comune e saranno gli unici governanti del
mondo. Prima che questo accada, ci sarà una
specie di falsa pace nel mondo: la gente
penserà solo a divertirsi; i malvagi si
lasceranno andare a ogni sorta di peccato;
ma i figli della Santa Chiesa, i figli della
vera fede, i veri miei imitatori,
cresceranno nell'amore di Dio e nelle virtù
a me più care.
Felici le anime umili guidate dallo Spirito
Santo! o combatterò con loro fino a che essi
raggiungeranno la pienezza della maturità.
24. La natura implora vendetta a causa degli
uomini e trema di spavento, aspettando
quello che deve accadere alla terra
macchiata di crimini.
25. Trema, terra, e tu che professi di
servire Gesù Cristo, mentre interiormente tu
adori te stesso, trema! Perché Dio ti
consegnerà al suo nemico, perché i luoghi
santi sono in uno stato di corruzione; molti
conventi non sono più le case di Dio, ma
pascoli per Asmodeo e la sua gente.
26. Sarà in questo periodo che l'Anticristo
nascerà da una monaca ebrea, una falsa
vergine che sarà in comunicazione con
l'antico serpente, maestro d'impurità; suo
padre sarà un vescovo [in francese: Ev.]
alla nascita vomiterà bestemmie, avrà denti;
in una parola, questo sarà il demonio
incarnato: emetterà grida terrificanti. farà
prodigi, vivrà di impurità.
Egli avrà fratelli che, benché non demoni
incarnati come lui, saranno figli del male;
all'età di dodici anni saranno notati per le
prodi vittorie che otterranno; presto essi
saranno ognuno a capo di eserciti, assistiti
da legioni dell'inferno.
27. Le stagioni cambieranno, la terra
produrrà solo frutti cattivi: i corpi
celesti perderanno la regolarità dei loro
movimenti: la luna rifletterà solo una tenue
luce rossastra; l'acqua ed il fuoco
determineranno moti sconvolgenti alla sfera
della terra, facendo inghiottire montagne e
città; ecc.
28. Roma perderà la fede e diverrà la sede
dell'Anticristo.
29. I demoni dell'aria, insieme
all'Anticristo, opereranno grandi prodigi
sulla terra e nell'aria, e gli uomini
diverranno ancora più pervertiti: Dio avrà
cura dei suoi servi fedeli e degli uomini di
buona volontà: il Vangelo sarà predicato
dovunque; tutti i popoli e tutte le nazioni
conosceranno la verità.
Io rivolgo un pressante appello alla terra:
faccio appello ai veri discepoli di Dio che
vive e regna nei Cieli; faccio appello ai
veri imitatori di Cristo fatto uomo, l'unico
vero Salvatore degli uomini; faccio appello
ai miei figli, ai miei veri devoti, coloro
che mi si sono donati così che io possa
condurli al mio divino Figlio, coloro che io
porto come se fossero nelle mie braccia,
coloro che hanno vissuto nel mio spirito.
Infine, faccio appello agli apostoli degli
ultimi tempi, i fedeli discepoli di Gesù
Cristo che hanno vissuto nel disprezzo del
mondo e di se stessi, in povertà e umiltà,
in disprezzo e silenzio, in preghiera e
mortificazione, in castità e in unione con
Dio, in sofferenza e sconosciuti al mondo. E
ora per loro di emergere e di venire ad
illuminare la terra. Andate, mostrate di
essere i miei cari figli; io sono con voi ed
in voi, perché la vostra fede sia la luce
che vi illumina in questi tempi cattivi.
Possa il vostro zelo rendervi famelici della
gloria e dell'onore di Gesù Cristo.
Combattete, figli della luce! Voi, i pochi
che vedono a questo proposito, giacché il
tempo dei tempi, la fine delle finì, è
vicina.
31. La Chiesa sarà eclissata; il mondo sarà
in costernazione. Ma ci sono Enoch ed Elia,
pieni dello spirito di Dio; essi
predicheranno con il potere di Dio, e gli
uomini di buona volontà crederanno in Dio, e
molte anime saranno confortate; essi faranno
un grande progresso per virtù dello Spirito
Santo e condanneranno gli errori diabolici
dell'Anticristo.
32. Guai agli abitanti della terra! Ci
saranno guerre sanguinose e carestie; pesti
e malattie contagiose: ci saranno spaventosi
acquazzoni e moria di animali; tuoni che
demoliranno città; terremoti che
inabisseranno paesi; voci saranno sentite
nell'aria; gli uomini batteranno la testa
contro il muro; essi invocheranno la morte,
ma la morte costituirà il loro tormento; il
sangue scorrerà da tutte le parti. Chi
potrebbe farcela se Dio non accorcia il
tempo della prova? Al sangue, alle lacrime,
alle preghiere dei giusti. Dio diverrà meno
severo; Enoch ed Elia verranno messi a
morte; la Roma pagana sparirà; il fuoco del
Cielo cadrà e consumerà tre città, tutto
l'universo sarà colpito dalla paura, e molti
si lasceranno sedurre, perché essi non
adorano il vero Cristo vivente in mezzo a
loro. E ora, il sole si sta oscurando; solo
la fede sopravvivrà.
33. Il tempo è vicino; l'abisso si sta
aprendo. Ecco il re dei re delle tenebre.
Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente
salvatrice del mondo. In orgoglio, egli si
leverà verso il Cielo per andare su fino in
Paradiso; ma egli sarà soffocato dal respiro
di San Michele arcangelo. Egli cadrà, e la
terra che per tre giorni sarà stata in
continuo cambiamento aprirà il suo petto
infiammato; egli sarà gettato per sempre con
tutti i suoi seguaci negli eterni abissi
dell'inferno.
Allora, l'acqua e il fuoco purificheranno la
terra e consumeranno le opere dell'orgoglio
degli uomini, e ogni cosa sarà rinnovata.
Dio sarà servito e glorificato ».
IL SEGRETO DI MASSIMINO
Il 19 settembre 1846 noi abbiamo visto una
bella Signora. Noi non abbiamo detto che
quella Signora fosse la Santa Vergine, ma
abbiamo sempre detto che era una bella
Signora. Io non so se fosse la Santa Vergine
o un'altra persona, ma oggi credo che fosse
la Santa Vergine. Ecco ciò che quella
Signora mi ha detto.
Se il mio popolo continua, ciò che sto per
dirti arriverà al più presto, se cambia un
poco, sarà più tardi. La Francia ha corrotto
l'universo, un giorno sarà punita. La fede
si spegnerà in Francia. Un terzo della
Francia non praticherà più la religione o
quasi. L'altra parte la praticherà ma non
bene. [...] In seguito le nazioni si
convertiranno e la fede si riaccenderà
dovunque. Una grande contrada dell'Europa
del Nord, ora protestante, si convertirà e
sull'esempio di quella contrada anche le
altre nazioni del mondo si convertiranno.
Prima che questo accada si verificheranno
nella Chiesa grandi turbamenti e poco dopo
il Santo Padre, il papa, sarà perseguitato.
Il suo successore sarà un pontefice che
nessuno s'aspetta. Poco dopo giungerà una
grande pace, ma non durerà a lungo. Un
mostro verrà a turbarla. Tutto quello che vi
dico accadrà nel prossimo secolo o al più
tardi negli anni del duemila [Massimino Giraud]. Ella mi ha detto di dirlo qualche
tempo dopo.
Mio Santo Padre, la vostra benedizione ad
una delle vostre pecore.
Massimino Giraud,
Grenoble, 3 luglio 1851
ANALISI DEL MESSAGGIO DI
MELANIA
(Tratto da: “Scoperti in
Vaticano i segreti de la Salette” -
L'Apparizione, le polemiche, le profezie
apocalittiche - Monsignor Antonio Galli - ©
2007 Sugarco Edizioni, euro: 16.59, Cap. 10,
pagg. 61-90)
«Melania,
sto per dirti qualcosa che non dirai a
nessuno ».
Ad eccezione del papa, s'intende, giacché
proprio per liberarla dal segreto nei
confronti del sommo pontefice la Vergine le
rivolgerà nuovamente la parola.
« Il tempo della collera divina è arrivato;
se, quando avrai detto ai popoli ciò che ho
detto adesso e che ti dirò di dire ancora;
se, dopo ciò, essi non si convertiranno, non
si farà penitenza e non si cesserà di
lavorare la domenica e si continuerà a
bestemmiare il nome santo di Dio, in una
parola, se la faccia della terra non cambia,
Dio si vendicherà contro il popolo ingrato e
schiavo del demonio. Il mio Figlio sta per
manifestare la sua potenza ».
Queste parole confermano che si tratta di
una nuova Apparizione, e la Vergine ne
annuncia altre in seguito, sicché il
vaticinio è suscettibile d'aggiunte, di
aggiornamenti. Ed è importante segnalare
che, mentre il segreto, rivelato subito dopo
l'Apparizione, è rivolto « à mon peuple »,
ossia al popolo francese, tanto è vero che
fu pronunciato nel dialetto di Corps, questo
deve essere fatto conoscere « aux peuples »,
al plurale, per il suo contenuto d'interesse
universale. Ed era stato comunicato in
francese, benché la pastorella non capisse
allora quell'idioma.
« Conversione », « Penitenza ». Queste
parole indicano lo scopo principale per cui
avvengono i contatti prodigiosi fra l'uomo e
il mondo soprannaturale. Lo ha detto la
Vergine di recente anche alla contadinella
di Kérizinen: « Le profezie sono sempre
grazie che vi avvertono dei pericoli e vi
consolano, facendovi meglio comprendere il
disegno della Provvidenza divina. Si tratta
d'avvertimenti paterni da parte di Dio,
perché gli uomini, scossi dal timore,
ritornino a lui. Devono essere divulgate
come strumenti di salvezza ».
Lo stesso linguaggio usa Melania verso
l'abate Combe, parroco di Diou, troppo
smanioso di conoscere la data degli eventi
pronosticati. « Ella », scrive il Combe nel
suo diario, « insiste soprattutto contro la
curiosità. Invece di fare ciò che la S.
Vergine ha chiesto, si vuole sapere il
futuro, si pensa solo ad arrangiarsi, per
soffrire il meno possibile ». E alla
richiesta da parte di lui di certi dettagli
si sente rispondere: « Quando il genere
umano è sotto la collera di Dio, perché ha
deviato dalla via della giustizia e non zela
più l'onore del suo Creatore, questa domanda
sarebbe peccaminosa, se la buona intenzione
non ne mitigasse la responsabilità. Ciò che
preme non è scrutare l'avvenire, ma
ricondurre il mondo a Dio ».
« Il tempo della collera di Dio è
arrivato... Dio si vendicherà ». Collera,
ira, vendetta, castigo. Termini ostici alla
cultura moderna, se riferiti a Dio.
È stato bandito dai libri liturgici il Dies
irae, la sublime sequenza medievale,
rivestita di note stupende dal genio
musicale di Giuseppe Verdi. Né piace che il
Manzoni nell'inno sacro La Passione abbia
definito i fedeli « i tementi dell'ira
ventura ».
Eppure la S. Scrittura è piena di simili
espressioni. Per limitarci a pochissimi
esempi, nel salmo 89 leggiamo: « Siamo
distrutti dalla tua ira, siamo atterriti dal
tuo furore ». E ancora: « Chi conosce
l'impeto della tua ira e del tuo sdegno col
timore a te dovuto? ». Ed il salmo 75: «TU
sei terribile quando si scatena la tua ira
»; « L'uomo colpito dal tuo furore ti dà
gloria, gli scampati dall'ira ti festeggiano
»; « Quanti lo circondano portino doni al
terribile. È lui che toglie il respiro ai
potenti, è terribile con i re della terra».
Questo nel Vecchio Testamento, ma non
mancano espressioni del genere anche nel
Nuovo. S. Giovanni, l'apostolo dell'amore,
scrive nell'Apocalisse (15, 71) che « le
coppe d'oro sono piene della collera del Dio
vivente » e nel capitolo undici, versetto
18, rivolto a Dio: « È giunto il tempo del
tuo furore, il tempo di sterminare gli
sterminatori della terra ».
Nell'incapacità di conoscere ontologicamente
da parte dell'uomo la natura divina siamo
costretti ad usare nei suoi confronti un
linguaggio antropomorfico.
Mentre lo diciamo e lo scriviamo, sappiamo
bene che Dio non si arrabbia, non si
vendica, non incrudelisce con le sue
creature. Il male, il dolore, frutto del
peccato, è permesso dall'Eterno quale
stimolo alla conversione o mezzo di
espiazione, di santificazione, come fu per
Cristo, anzi di compimento della passione
di Cristo, non ancora completa. Solo chi si
ostina nel peccato sarà escluso per sua
colpa dal godimento nei cieli nuovi e nella
terra nuova. Lo esige la Giustizia divina.
Incommensurabile come la Misericordia,
giacché in un Essere perfettissimo non può
esservi un meno e un più. In lui tutto è
assoluto.
La grandezza della sua Misericordia l'ha
manifestata con l'umanizzazione del suo
Figlio, perché non c'era altro modo di
risarcire l'offesa recata da Adamo alla sua
Maestà. Non lo consentiva l'immenso divario
esistente fra il Creatore e la creatura.
Soltanto la morte di un Dio poteva
soddisfare il torto recato ad una Giustizia
veramente senza limiti, come la
Misericordia.
Perciò non merita credito una corrente
teologica oggi in voga, la quale minimizza
l'entità della colpa e presenta un Dio tutto
latte e miele, che perdona sempre e non
castiga mai. Chi la pensa così non si rende
conto del danno che reca nell'illudere le
anime sul loro destino eterno.
« Parigi, questa città macchiata da ogni
sorta di crimini, perirà infallibilmente ».
Nel testo pubblicato nel 1879 è detto
semplicemente: « Parigi sarà bruciata ».
Preoccupa l'avverbio « infallibilmente », di
cui Melania domandò il significato, mentre
redigeva il segreto. Si tratta d'una
sentenza irrevocabile?
Certo grandi sono le colpe della Ville
lumière. Al tempo degli Enciclopedisti e
della Rivoluzione fu all'avanguardia nella
lotta contro la Chiesa cattolica e nella
scristianizzazione della società. Diventò
poi lo scandalo del mondo con la sua
sfacciata corruzione morale.
Tempo addietro ci fu chi fece dell'ironia
sulle previsioni della pastorella. Il
cardinale Billot, alla richiesta di apporre
l'imprimatur in un libro del filosofo
Jacques Maritain su La Salette, rispose che
lo avrebbe fatto quando avrebbe visto Parigi
in fiamme e Marsiglia sommersa dal mare.
Cambiò poi idea e lasciò scritto: « Quanto
sono mutati i miei sentimenti verso La
Salette. Come Lourdes, essa trahit in odorem
unguentorum suorum ». Già varie profezie,
annuncianti quella catastrofe, circolavano
in Francia all'epoca dell'apparizione de La
Salette. Una di provenienza bretone usa
frasi impressionanti. Ne diamo uno stralcio:
« Questa città così vasta, ricca e ammirata,
questo centro, oggetto d'invidia da parte
dei sovrani d'Europa, questa Babele moderna,
cento volte più impura dell'antica
Babilonia, sarà distrutta dalle fiamme
[...]. Sulla vecchia capitale s'innalzeranno
turbini di fumo e colonne di fuoco [...].
Fra il crepitio delle fiamme e gli scrosci
degli edifici crollanti si udranno le grida
disperate di coloro che l'incendio divora
[...]. Il ferro, il bronzo, l'oro,
l'argento, tutti gli altri metalli
accumulati nei magazzini e nei cantieri
scorreranno liquefatti dal calore intenso
[...]. Per otto giorni il fumo oscurerà i
raggi del sole e per un mese intero
avvolgerà la città annientata »
Non meno spaventosa un'altra profezia
circolante sempre nei primi decenni
dell'Ottocento. Ne è autore il padre gesuita
Nektou, vissuto tra l'ultimo scorcio del
1700 e i primi decenni del 1800. Durante la
Rivoluzione espatriò in Spagna e fece
ritorno in patria durante la Restaurazione.
Visse per lungo tempo a Poitiers, da tutti
apprezzato per le sue virtù. Trascorse gli
ultimi anni a Bordeaux, dove morì. Egli
trasmise questo vaticinio ad un non meglio
specificato abate di Raux, prima della
Rivoluzione: « Parigi sarà totalmente
distrutta, tanto che, vent'anni dopo,
passeggiando i padri con i loro figli sulle
rovine, quando questi domanderanno che luogo
era, i padri risponderanno: "Figlio mio, qui
sorgeva una grande città, che Dio ha
distrutto per i suoi peccati" ».
Melania scese a particolari ancora più
raccapriccianti, quando in seguito sviluppò
il discorso su questa grande tragedia.
« Vedete la Senna? [...] Un gran numero di
gente verrà a buttarcisi sgomenta, fuggendo
il fuoco che sarà come sospeso sulla città.
Ci si butteranno, pazzi di terrore ». Sembra
il racconto, fatto da un testimone oculare,
di ciò che accadde ad Hiroshima in quel
fatale mattino del 6 agosto 1945: « Alle 8 e
20, un fuoco rovente mandava Hiroshima
completamente in fiamme. Una folla, rossa di
sangue, correva all'impazzata verso il fiume
Otagawa. Quei poveri forsennati credevano di
salvarsi dall'inferno di fuoco, invece
andavano incontro alla morte per radiazione.
Le rive del fiume erano gremite di migliaia
di persone, il cui corpo appariva come il
colore delle arance sbucciate. Gridavano
"acqua, acqua!" e si gettavano nel fiume
divenuto un "impasto di sangue" ».
Potrebbe però trattarsi d'un fuoco diverso
da quello provocato da un bombardamento
atomico, perché Melania aggiunge questo
dettaglio: « Vi saranno case in cui il fuoco
sarà sospeso su di esse, senza distruggerle,
mentre in altre perfino le pietre si
polverizzeranno »
Il citato padre Nektou fa sapere che i buoni
si metteranno in salvo fuori città in
seguito a provvidenziali premonizioni.
Ho tenuto per ultimo il vaticinio più
autorevole, quello di S. Giovanni Bosco.
«Parigi, Parigi!, invece di armarti del nome
del Signore ti circondi di case
d'immoralità. Esse saranno da te stessa
distrutte, l'idolo tuo, il Pantheon, sarà
incenerito, affinché si avveri che mentita
est iniquitas sibi. Cadrai in mano
straniera. I tuoi nemici vedranno di lontano
i tuoi palagi in fiamme. Le tue abitazioni
diventeranno un cumulo di rovine ». Il
Pantheon è il tempio della Francia
volterriana, massonica, anticlericale, dove
sono sepolti gli esponenti più illustri
della cultura laica.
« Marsiglia sarà inghiottita poco tempo dopo
».
Quel « poco tempo dopo », che la veggente
aveva dimenticato di scrivere nella prima
stesura, lo aggiunse nella seconda, per
indicare che l'affondamento di Marsiglia
avverrebbe dopo la rovina di Parigi e fissò
anche il tempo, circa due anni.
Si tratterà d'un maremoto? Lo prevede il De
Novage e precisa che la catastrofe avverrà
poco prima di grandi avvenimenti che
sconvolgeranno la faccia della terra. Che il
suolo della città presenti pericolosi
cedimenti lo afferma il recentissimo libro
Découverte du secret de La Salette di René
Laurentin e Michel Corteville (p. 148). Vi
si legge che in seguito a una lottizzazione,
seguita da scavi, si ebbero delle
inondazioni, una delle quali il 19 settembre
2000, anniversario dell'apparizione de La
Salette.
Melania informò in seguito l'abbé Combe che
insieme alla città francese sarà inghiottita
Gallipoli, presso Lecce, e danneggiato il
Pireo, il porto d'Atene. Parzialmente in
rovina andrà infine Lione.
Lo stesso Combe, il 16 maggio 1902, trovò
fra le carte da bruciare della veggente una
lettera indirizzata a certa signora
Bernaches, in data 1 maggio, e non spedita
perché nel frattempo era morta la
destinataria. Nel retro della lettera uno
scritto attirò l'attenzione dell'abbé.
Indubbiamente illuminata dall'alto, Melania
vi prediceva ciò che sarebbe accaduto nella
colonia francese della Martinique (Piccole
Antille). Il fatto che il foglio che
conteneva una profezia, perfettamente
avveratasi, stava per essere distrutto,
denota una volta di più quanto la Calvat ci
tenesse a nascondere i carismi di cui era
dotata.
Lo scritto parlava della pazienza di Dio
verso gli uomini, nell'avvertirli
paternamente dei pericoli cui sono esposti e
proseguiva: « Così sarà nel possedimento
francese delle Piccole Antille. Per sei
giorni manderà piccole scosse insieme ad
altre di maggiore grandezza. Ahimè, ahimè!
Gli uomini hanno orecchie e non sentono.
Infine l'8 maggio 1902 il fuoco divoratore
cade su una delle principali città della
Martinica, St. Pierre, la copre di cenere e
d'altri detriti. Oltre la distruzione di
quella città, il fuoco farà altre vittime in
tre paesi, senza contare i danni subiti
dalle proprietà e dai beni stabili. Il fuoco
non rientrerà mai interamente nel suo
cratere. Dodici giorni dopo il primo
cataclisma, Fort de France piangerà e così
altri luoghi ».
L'abbé Combe
L'abbé Combe, sempre cauto, volle accertarsi
se si trattava effettivamente di una
predizione e domandò alla pastorella: - Voi
avete scritto tutto questo prima dell'8
maggio, prima dell'eruzione?
Ella rispose modestamente: - Sì.
- Fin qui soltanto la città di St. Pierre è
stata distrutta e si parla di 30.000
vittime.
- Sono 40.000.
Non del tutto soddisfatto, egli insistette:
- Poiché voi avete visto in anticipo la
distruzione di St. Pierre, potreste dirmi il
nome di uno di quei paesi che subiranno la
stessa sorte? - Curbet o Curbat. Un nome
così.
« Desideravo una località, la cui
anteriorità (alla rovina) fosse per me
matematicamente certa e fui servito a
dovere. Il dispaccio giunto questa mattina,
22 maggio, dice: "Parigi, 21 maggio. I
cablogrammi ufficiali sull'eruzione del 19 e
20 maggio sono molto succinti, tuttavia si
sa che, CARBET, situata sulla costa, a
qualche chilometro da St. Pierre, è stata in
parte distrutta. Il signor Lhuerre, infatti,
trasmette per cablogramma che, dopo
un'informazione ricevuta dal luogotenente
Roussel, comandante del Distretto del Carbet,
una colonna di fuoco si è abbattuta sulla
cittadina la mattina del 20. Invece un
dispaccio da Fort-de-France all'agenzia
Havas dice che la parziale distruzione di
Carbet è avvenuta la mattina del 20 in
seguito ad un maremoto ».
Eruzione del vulcano Pelée o maremoto, il
disastro ci fu e il vaticinio, a parte la
leggera differenza del nome, si avverò in
pieno, convincendo il cauto intervistatore
che ella era veramente dotata del carisma
profetico.
« Quando queste cose succederanno, il
disordine sarà completo sulla terra; il
mondo si abbandonerà alle sue empie passioni
».
Al paragrafo 14 il testo apocalittico dice:
« Dimentico della santa fede di Dio, ogni
individuo vorrà governarsi da sé e
comportarsi come se fosse superiore ai suoi
simili. Si aboliranno i poteri civili ed
ecclesiastici, ogni ordine, ogni giustizia
sarà calpestata. Non si vedranno che
omicidi, odio, gelosia, menzogna, discordia,
senza amore per la patria e per la famiglia
».
È il quadro esatto della società attuale, è
il trionfo del relativismo etico, causa
principale dei mali che affliggono l'epoca
nostra. Non credendo più in Dio,
ignorandolo, rifiutando la sua legge, ognuno
si forma un codice di comportamento su
misura personale, senza tabù. Così
l'omicidio, talora legalizzato, non conosce
limiti. Amor di patria, amor di famiglia
sono ritenuti sentimentalismi d'altri tempi,
imperversa l'anarchia, esplode la
criminalità organizzata. Dal fermento
d'odio, di gelosia, di discordia, di
menzogna che impregna l'aria, rendendola
mefitica, è oscurato ogni ideale nobile,
generoso. E dove affiora è soffocato dal
discredito e dalla derisione dei mass media,
che monopolizzano l'informazione.
Scrivo mentre sullo schermo televisivo
scorrono le immagini dell'immane disastro
che un ciclone di proporzioni mai viste ha
fatto di New Orléans, richiamando alla
memoria il non meno apocalittico tsunami
che, il 26 dicembre 2004, ha seminato
centinaia di migliaia di cadaveri e
colossali rovine nell'Asia sud-orientale.
Siamo entrati nella fase dei castighi
biblici? Non potrebbe essere vicino il turno
di Marsiglia, di Gallipoli e del Pireo?
È scritto nel paragrafo 24 del grande
messaggio: « La natura chiede vendetta per
gli uomini, e freme di spavento in attesa di
ciò che deve accadere alla terra insozzata
di crimini ».
Come può essere diversamente quando « i
governanti civili hanno tutti un medesimo
programma: di abolire e far scomparire ogni
principio religioso e innanzitutto
cristiano, per far posto al materialismo,
all'ateismo, allo spiritismo e ad ogni
specie di vizio »? E ancora: « I cattivi
useranno tutta la loro malizia, si
uccideranno, si massacreranno, perfino nelle
case »?
Perfino nelle case.
Poteva l'incolta pastorella nel 1846
immaginare lo spettacolo orrendo che ci
offre oggi la società nell'ambito familiare?
Poteva predire senza un'illuminazione
dall'alto la spaventosa carneficina quasi
quotidiana che si sta consumando dentro le
nostre case? Uno scempio al quale purtroppo
ci stiamo assuefacendo?
Nel 1902, l'uccisione del conte Francesco
Bonmartini a Bologna, da parte del cognato
Tullio Murri, suscitò in tutta Italia un
vero choc. Mauro Bolognini ne ricavò un
celebre film. Non sono lontano dal credere
che oggi quel crimine non solleverebbe
grandi sussulti, entrerebbe anch'esso nella
routine della « mattanza domestica »,
divenuta cronaca giornaliera.
« Il Papa sarà perseguitato da ogni parte,
gli si sparerà addosso, lo si vorrà mettere
a morte, ma non gli potranno far nulla. Il
Vicario di Cristo trionferà ancora una volta
».
Ecco perché alla lettura di questo presagio
Pio IX manifestò l'emozione di cui parla il
canonico Rousselot, testimone oculare. Tre
anni prima, nel 1848, era stato ucciso con
una stilettata alla carotide il capo del
governo dello Stato pontificio, Pellegrino
Rossi, da un esponente delle forze
repubblicane e, il giorno seguente, il 16
novembre, durante l'assedio del Quirinale,
residenza del pontefice, si era sparato
contro una finestra, uccidendo il prelato
mons. Palma. In quel pontefice del segreto,
Pio IX ravvisava se stesso.
Invece lo sguardo della Madonna si spingeva
molto lontano, le sue parole alludevano ad
un altro pontefice, sul quale si sarebbe
rovesciato l'odio dei senza Dio, assetati di
vendetta, perché per colpa sua cominciava a
traballare il loro impero, a scricchiolare
la sua compagine, ritenuta indistruttibile.
Quell'ecclesiastico, vestito di bianco,
sorretto da un minuscolo picchetto di
guardie che aveva fatto sorridere
sarcasticamente Gromyko, il potente ministro
degli Esteri dell'Urss in una sua visita in
Vaticano, stava conquistando il mondo con la
sua presenza, con la sua parola. Doveva
essere eliminato, prima che fosse troppo
tardi. Ma sbagliarono nello scegliere la
data. Non sapevano che il 13 maggio
rievocava l'intervento di un'altra Potenza,
capace di polverizzare gli eserciti più
formidabili, di gettare nella polvere i
padroni più agguerriti del mondo.
Chi non ricorda quel tragico pomeriggio del
13 maggio 1981? Mentre in un'altra parte di
Roma gli alti esponenti del laicismo
italiano festeggiavano, con palese
ostentazione anti-clericale, la vittoria del
referendum sull'aborto, in Piazza S. Pietro
un turco, evaso dal carcere, dove scontava
la pena per un omicidio, grazie ad una trama
ordita dagli agenti del KGB, sparò addosso
al pastore, buono e indifeso, che aveva
appena accarezzato una bambina tra la folla
plaudente. Seguì il suo accasciarsi sulla
vettura, la quale partiva a tutta velocità,
diretta all'ospedale Gemelli. Sulla piazza,
gremita di fedeli, si stese un velo di
mestizia, ma fulminea scattò la reazione.
Gli spettatori stessi catturarono l'autore
del crimine e lo consegnarono alla polizia.
In un baleno la notizia fece il giro del
mondo, suscitando orrore e rimpianto.
Fortunatamente all'ospedale Gemelli i
sanitari esclusero che fossero state colpite
parti vitali. Eppure l'attentatore - Alì
Agka - era sicuro d'avere sparato con mano
esperta, mirando al cuore. Giovanni Paolo II
non si è mai stancato di dire che in ciò che
gli era successo egli scorgeva uno speciale
intervento della Madonna. Il proiettile che
l'ha colpito, per suo desiderio, ora è
incastonato nel serto della Vergine di
Fatima.
Melania, 130 anni prima, aveva predetto la
tragica vicenda (« on lui tirera dessus ») e
il fortunato epilogo (« mais ne lui pourra
rien »). Un'altra mistica, dieci anni prima
del gesto efferato, lo aveva anch'essa
predetto. Si tratta di
Teresa Musco, la stigmatizzata di
Caiazzo (Napoli).
Teresa Musco
In un venerdi di settembre del 1971, essa
riviveva la Passione del Redentore. Ad un
tratto, entrata in estasi, gridò: «
Fermatevi! Che volete fare? Perché volete
ucciderlo? Vogliono uccidere il Papa! In
Piazza S. Pietro succede questo ».
Notiamo che la Musco è morta il 19 agosto
1976, cinque anni prima dell'attentato.
L'episodio è riportato nel numero di luglio
del 2000 dal periodico Messaggio d'amore e
di dolore, edito dalla fondazione « Teresa Musco ». Anche il terzo segreto di Fatima
presenta il papa in una cornice di
sofferenza, di persecuzione, di morte. « Il
Santo Padre, [...] giunto alla sommità del
monte, prostrato in ginocchio ai piedi della
grande Croce, viene ucciso da un gruppo di
soldati, che gli sparano addosso [viene in
mente "`on lui tirera dessus" di Melania]
con colpi d'arma da fuoco e frecce ».
Se si prendesse questa profezia alla lettera
dovremmo ammettere che non risponde alla
realtà. Gli autori del libro Découverte du
Secret de La Salette (pp. 158-59), René
Laurentin e Michel Corteville, lo affermano
esplicitamente: « La predizione de La
Salette e più precisa di quella di Fatima
[...]. L'attentato non avvenne in vetta alla
montagna, sulla quale il Papa era salito, ma
in Piazza S. Pietro. In quel momento il Papa
non era stanco e angosciato, né circondato
da soldati nemici, ma da una folla
acclamante [...]. Il tiro non partiva da un
plotone, ma da un killer, pagato a questo
scopo ».
Ma il card. Ratzinger, allora prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede e
oggi successore di Giovanni Paolo II,
ritiene il terzo segreto di Fatima « una
visione profetica paragonabile a quelle
della storia sacra nelle quali è tipico
l'addensamento di tempi e spazi in un'unica
immagine ». E spiega: « Il Papa sembra
precedere gli altri, tremando e soffrendo
per gli orrori che lo circondano [...]. La
via della Chiesa viene così descritta come
una Via Crucis, come un cammino in un tempo
di violenza, di distruzioni, di persecuzioni
[...]. Nella visione anche il Papa viene
ucciso sulla via dei martiri [...]. Che una
mano materna abbia deviato la pallottola
mortale, mostra solo ancora una volta che
non esiste un destino immutabile, che fede e
preghiera sono potenze che possono influire
sulla storia e che alla fine la preghiera è
più forte del proiettile, la fede più
potente delle divisioni [militari] ».
In questa chiave di lettura la figura di
Giovanni Paolo II assume quindi un valore
emblematico. Hanno colpito in lui tanti suoi
figli con i fucili, ma anche con le frecce,
tra le tribù selvagge, perché l'odio verso
Cristo non conosce frontiere ed ogni angolo
della terra ha il suo Golgota.
Melania nel messaggio apocalittico,
riferendosi sempre, a quanto pare, al
misterioso Vicario di Cristo, cui avrebbero
sparato addosso, usa queste parole: « I
cattivi attenteranno più volte alla sua
vita, senza però poter nuocere ai suoi
giorni ». E così è stato.
Nel primo anniversario dell'attentato
romano, ossia il 13 maggio 1982, proprio a
Fatima, dove il papa Wojtyla si era recato
per ringraziare la Madonna d'avergli salvato
la vita, terminata la messa, mentre egli
s'allontanava dall'altare, vide un sacerdote
per terra, come se fosse stato colto da
malore. Stava per chinarsi su di lui, ma
venne bloccato da un agente addetto alla sua
sicurezza. Quello sventurato aveva estratto
una baionetta nascosta sotto la veste talare
e stava per conficcargliela nel petto. Era
un prete tradizionalista, di nome Juan
Fernandez Krohn, ostile al papa che, secondo
lui, portava la Chiesa alla rovina.
Un altro attentato a Manila, nelle
Filippine, venne sventato grazie
all'intervento del presidente degli Stati
Uniti, Clinton, che era stato informato del
complotto dalla CIA.
E si parla d'altre trame provvidenzialmente
eluse.
Quel grande pontefice non doveva morire.
Aveva una missione importante da compiere.
Durante la sua degenza al Gemelli egli
approfondì l'arcana vicenda di Fatima. Notò
che l'attentato coincideva con la data della
prima visione alla Cova da Iria, il 13
maggio 1917. Prese in seria considerazione
la richiesta fatta dalla Madonna a Lucia
della consacrazione della Russia al suo
Cuore Immacolato insieme ai vescovi di tutto
il mondo, purtroppo
mai eseguita.
E il 25 marzo 1984, festa dell'annunzio
dell'Incarnazione del Verbo, egli compie a
Roma, insieme a tutti i vescovi del mondo,
ciò che la Madonna aveva chiesto fin dal
1929, quale garanzia che il mondo si sarebbe
salvato dalla diffusione del comunismo ateo
e oppressore.
Come la Vergine aveva predetto, la
consacrazione fu compiuta tardivamente,
quando la Russia aveva già effettuato nel
mondo la sua opera deleteria. Ciò nonostante
i frutti non tardarono a manifestarsi.
L'anno seguente, Gorbaciov occupò il posto
che era stato tenuto da Lenin, da Stalin e,
grazie a lui, alla sua glasnost, alla sua
perestroika, cinque anni dopo crollava il
muro di Berlino, senza spargimento di
sangue, senza violenti tumulti. Il comunismo
nell'Europa dell'Est svanì come nebbia al
sole e Giovanni Paolo II, con l'animo colmo
di gioia, poté esclamare: « Dio ha vinto
all'Est ».
«Il Vicario di Cristo trionferà ancora una
volta», aveva scritto l'ignara pastorella in
quel fatidico 6 luglio 1851. E quale
trionfo! Acclamato in tutte le parti del
mondo, dove si è recato con la sua figura
ieratica e la sua parola di pace, d'amore.
Al centro del memorabile Giubileo dell'anno
2000, imponente per le grandiose
manifestazioni e la partecipazione di folle
provenienti da ogni parte del globo.
Ideatore delle affollatissime giornate
mondiali della gioventù. In un'apoteosi mai
vista si sono svolti i suoi funerali. La sua
tomba, spoglia e disadorna, ha la visita
ininterrotta di folle di devoti, e non è
immaginabile quello che succederà quando
verrà proclamato santo.
« I sacerdoti, i religiosi e i vari servi
del mio Figlio saranno perseguitati e molti
moriranno per la fede in Gesù Cristo.
Regnerà in quel tempo una grande fame ».
Anche nel paragrafo 13, il messaggio
apocalittico predice: « Per un tempo la
Chiesa sarà abbandonata a grandi
persecuzioni ».
In realtà esse hanno contrassegnato in modo
macroscopico l'epoca nostra. Ci limitiamo
alle più feroci e sanguinose.
Dopo la proclamazione del regime
repubblicano in Messico si accese
un'accanita lotta alla Chiesa cattolica,
tranne che nel periodo in cui fu presidente
Porfirio Diaz (1877-1912). I soprusi non si
limitarono alla soppressione degli Ordini
religiosi, alla riduzione delle diocesi,
alla confisca dei beni ecclesiastici, ma
trascesero alle carcerazioni, allo
spargimento di sangue. La fase più critica
si ebbe durante la presidenza di Plutarco
Calles (1924-28). La pena di morte fu
comminata a chi fosse stato sorpreso a
compiere atti di culto. Fece il giro del
mondo la fotografia di due sposi uccisi col
sacerdote mentre celebravano il matrimonio
religioso. Pio XI approvò allora la «
liturgia delle catacombe ». Essa consentiva
la celebrazione della messa ovunque, anche
senza i paramenti sacri, nei tuguri, nei
garages, nelle soffitte. I cattolici
reagirono, costituendo gruppi di
combattenti, detti Cristeros. Il governo
rispose con gli arresti e le fucilazioni in
massa. Fra i sacerdoti splende la figura
eroica del gesuita Padre Pro, fucilato il 23
novembre 1927, con tre esponenti laici della
Chiesa messicana. Il numero complessivo dei
soppressi per la loro fede supera le
cinquemila unità. Fra essi il fanciullo
Agostino Rios assassinato mentre, moderno
Tarcisio, consumava le ostie consacrate per
impedire che venissero profanate, e il
coetaneo Cecilio Cervantes, al quale
tagliarono la lingua, perché, mentre stavano
per sopprimerlo, non cessava di gridare: «
Viva Cristo Re ». Il regime persecutorio
cessò nel 1940, con l'avvento al potere del
presidente Lazzaro Cardenas.
Non meno cruento il martirio della Chiesa
spagnola, prima e durante la guerra civile,
scoppiata nel 1936 con la rivolta del
generale Francisco Franco contro il governo
marxista di Madrid. Vi furono eccessi da una
parte e dall'altra. Il clero, nei territori
dominati dalle truppe rosse, subì un vero
bagno di sangue. Dodici vescovi, circa 4.200
sacerdoti e circa 2.500 religiosi e
religiose furono barbaramente massacrati.
Quella carneficina presentò aspetti
allucinanti. Un vescovo fu bruciato vivo, un
altro, prima di essere ucciso, fu trascinato
nudo per le vie. Cadaveri di suore vennero
esposti al ludibrio sulle piazze. Il fuoco
venne appiccato a numerose chiese, conventi,
istituti cattolici. Infine il colmo della
sacrilega stupidità: la fucilazione di una
statua del Redentore. Pio XI, piangendo,
rese omaggio a « questi martiri nel vero
senso della parola » e nell'enciclica Divini
Redemptoris usò parole di fuoco contro « il
furore comunista », che « non si è limitato
ad uccidere vescovi e migliaia di sacerdoti,
di religiosi e religiose, ma fece un numero
molto maggiore di vittime tra i laici [...],
trucidati a schiere per il fatto di essere
buoni cristiani, o almeno contrari
all'ateismo comunista. E una tale
spaventevole distruzione viene eseguita con
un odio, una barbarie, un'efferatezza, che
non si sarebbe creduta possibile nel nostro
secolo ».
Ma il ciclone della seconda guerra mondiale
stava per scaraventare sul pianeta lutti e
crudeltà ancor più terribili ed anche la
Chiesa era chiamata a pagare un duro
tributo.
Hitler, corifeo del nazionalsocialismo,
lasciò libertà di culto, ma si affrettò a
chiudere in Germania le scuole cattoliche e
a sopprimere la stampa sia cattolica che
protestante, consentendo soltanto i mezzi di
comunicazione in linea col nazismo. Il
peggio si ebbe quando egli occupò i paesi
cattolici centroeuropei: Cecoslovacchia,
Ungheria, Polonia. Monasteri e seminari
furono chiusi e il clero, renitente a
piegarsi ai conquistatori, venne mandato a
languire nei famigerati lager. A Dachau i
preti cattolici internati erano, nell'ultima
fase del conflitto, ben 1.500, fra essi
l'arcivescovo di Praga card. Beran. Spicca
la fulgida figura di S. Massimiliano Kolbe,
il sacerdote polacco che nel lager di
Oswiecim sacrificò la sua vita per salvare
quella di un padre di famiglia suo
connazionale.
Ancor più dura fu la condizione della Chiesa
oltre la cortina di ferro, la « Chiesa del
Silenzio », come la chiamò Pio XII, in balia
del regime comunista.
Dove poté esercitare il suo dominio procurò
indicibili sofferenze a vescovi, sacerdoti e
fedeli. Pio XII nell'enciclica Orientales
Omnes del 23 dicembre 1945 denunciò la
triste condizione dei cattolici ruteni,
costretti ad entrare nella Chiesa ortodossa.
Quattro cardinali subirono il carcere. Il
card. Stepinac, arcivescovo di Zagabria,
perseguitato da Tito sotto l'accusa di
collaborazionismo con i nazisti, morì agli
arresti domiciliari nel 1960. Il card.
Mindszenty, primate d'Ungheria, subì un
umiliante processo e una dura prigionia.
Liberato dai patrioti ungheresi durante la
ribellione al regime sovietico (1956), trovò
asilo politico nell'ambasciata degli Stati
Uniti a Budapest. Il card. Beran,
arcivescovo di Praga, reduce dal lager
nazista di Dachau, fu costretto dai
bolscevichi a rinunciare all'alta carica e a
vivere, isolato, agli arresti domiciliari.
Anche il card. Wyszynski venne imprigionato
nel 1963 con la metà dei suoi vescovi e ben
2.000 sacerdoti. Noie ebbe pure Karol
Wojtyla, il futuro Giovanni Paolo II.
Nessuno immaginava che proprio lui avrebbe
fatto crollare nell'Europa dell'Est il
comunismo come un castello di carta. I
cattolici degli Stati baltici, annessi con
la violenza all'Urss, vennero deportati in
massa nei famigerati gulag, dove molti
perirono di stenti e di fame.
In Cina il comunista Mao-tse-tung espulse i
missionari stranieri e costrinse il clero
indigeno a dar vita ad una Chiesa
scismatica.
E l'Italia? Al paragrafo 9 del messaggio
apocalittico leggiamo un funesto presagio: «
L'Italia sarà punita per l'ambizione di
voler scuotere il giogo del Signore, per
questo finirà in guerra e il sangue scorrerà
da ogni parte; le chiese saranno chiuse o
profanate; i sacerdoti, i religiosi, saranno
cacciati via o li faranno morire di morte
crudele. Parecchi abbandoneranno la fede e
il numero dei sacerdoti che si separeranno
dalla vera religione sarà grande; fra
costoro vi saranno anche dei vescovi ».
Il Risorgimento italiano, manipolato da
forze liberal-massoniche, diede al nuovo
Stato l'etichetta della laicità e una forte
impronta anticlericale. In seguito la
penetrazione della dottrina marxista, col
suo piatto materialismo e le sue spinte
demagogiche, rivoluzionarie, ha contribuito
alla scristianizzazione del paese. Se ne
sono raccolti i frutti funesti nel
referendum sull'aborto e nella diffusione
del relativismo etico, deplorato a più
riprese da Giovanni Paolo II e ora da
Benedetto XVI. I castighi non sono mancati.
Il messaggio parla di guerre. Quante dal
tempo de La Salette ad oggi! Le tre guerre
d'Indipendenza, le guerre coloniali
(Eritrea, Libia, Abissinia), la guerra di
Spagna, le due guerre mondiali, quelle del
Medio Oriente... Il sangue è scorso a fiumi.
Quanto alla grande persecuzione vaticinata,
le premesse esistono. La politica
governativa dall'unificazione ad oggi,
tranne qualche breve parentesi, è stata
caratterizzata, come si è detto, da uno
spirito più o meno marcato di
anticlericalismo che affiora quando sono in
gioco i valori difesi dalla Chiesa e
osteggiati dalla cultura dominante, atea,
materialistica.
Nella biografia di Teresa Musco, la
stigmatizzata di Caiazzo, è predetta la
scalata in Italia dei comunisti al potere
con l'appoggio di certe correnti cattoliche.
« Si manifesteranno solo quando potranno
comandare liberamente, senza ostacoli.
Allora vi sarà lo spargimento di sangue
innocente ». Avverrà in quel tempo la
profanazione delle chiese, la soppressione
degli Ordini religiosi, il martirio di
sacerdoti e fedeli? Il numero degli apostati
sarà grande, afferma il messaggio, anche fra
i preti e i vescovi. Le avvisaglie non
mancano, soprattutto se consideriamo le
numerose defezioni sacerdotali e monastiche
avvenute nella crisi postconciliare.
Preoccupante la rarefazione delle vocazioni
e la diminuzione, accentuata, del clero.
Altra insidia formidabile la
secolarizzazione della società, la spinta
d'un laicismo responsabile dell'affievolirsi
del sentimento religioso, e un
fondamentalismo mirante allo sfaldamento dei
valori della civiltà cristiana, mediante il
terrore e le spaventose carneficine.
Il messaggio del 1879 accenna
all'imperversare d'una fame d'incredibile
virulenza. In realtà oggi essa miete
innumerevoli vittime, soprattutto nel
continente africano.
Riporto dal quotidiano Avvenire del 7
settembre 2005 questi dati impressionanti.
« Più di un miliardo di persone sul pianeta
vive con meno di un dollaro al giorno. Due
miliardi e settecento milioni non superano
due dollari al giorno. Ecco le conseguenze
di una tale situazione. Ogni anno sei
milioni di bambini muoiono a causa della
malnutrizione prima di compiere i cinque
anni, metà della popolazione africana è
colpita da malattie, legate all'acqua
inquinata, dal colera alla diarrea
infantile. Ogni giorno l'Aids uccide seimila
persone, altre ottomiladuecento vengono
contagiate. Più di ottocento milioni di
persone vanno a letto affamate ogni sera, di
cui trecento milioni sono bambini. Ogni tre
secondi e mezzo una persona muore di fame,
in maggioranza bambini sotto i cinque anni.
Più di due miliardi e mezzo di persone,
circa il 40 per cento della popolazione
mondiale, non possono usufruire dei servizi
igienici per scarsità d'acqua e un miliardo
di persone non ha accesso ad alcuna acqua».
Cifre che dovrebbero far riflettere i popoli
che navigano nell'abbondanza, indifferenti
alla disperazione di quei poveri Lazzari,
che neppure le briciole ricevono dagli
Epuloni. Ed è inimmaginabile la carestia che
esploderebbe a livello planetario se
disgraziatamente dovesse deflagrare un
conflitto atomico.
« Dopo che saranno avvenute tutte queste
cose, molte persone riconosceranno la mano
di Dio e si convertiranno e faranno
penitenza dei loro peccati ».
« Sotto la mano di Dio », ossia sotto i suoi
castighi. Melania, il 23 febbraio 1851,
aveva scritto alla sua padrona degli
Abladins, mamma Carron, che la Madonna non
ce la faceva più a trattenere il braccio del
suo Figlio, tanto era pesante. Ma oggi la
perversità umana ha raggiunto livelli
insopportabili e quel braccio può ancora
essere trattenuto? Ecco ciò che annuncia la
Vergine, per bocca della pastorella nel
messaggio apocalittico:
« Al primo colpo della sua spada folgorante,
le montagne e tutta la natura tremeranno
dallo spavento perché i disordini e i
delitti degli uomini squarceranno la volta
del cielo. [...] Varie grandi città saranno
scosse e inghiottite dai terremoti; si
crederà che tutto sia perduto; non si
vedranno che omicidi, non si sentirà che
rumore d'armi e bestemmie.
« 1 giusti soffriranno molto; le loro
preghiere, le loro penitenze e le loro
lacrime saliranno fino al Cielo, e tutto il
popolo di Dio domanderà perdono e
misericordia, e chiederà il mio aiuto e la
mia intercessione ».
Non molto diverso è il linguaggio usato
dalla Vergine con la contadinella di
Kérizinen: « Dio distribuisce nel tempo e
nello spazio manifestazioni di carattere
punitivo nell'intento di far aprire gli
occhi a questa generazione cieca e ribelle,
d'indurla alla resipiscenza. Se così non
sarà, terribili calamità, imprevedibili,
subitanee, irresistibili, catastrofiche,
procureranno una mortalità spaventosa.
L'ultimo flagello non sarà universale come
il diluvio, ma lo supererà per l'intensità
dei dolori che procurerà:
quel diluvio fu
d'acqua, questo di fuoco ». Non
apre certo l'animo all'ottimismo il fatto
che oggi si sta toccando il colmo del
trasgressivismo, l'apice del degrado morale,
dell'apostasia religiosa. Si assiste a
deviazioni mostruose dell'ordine stabilito
da Dio: legalizzazione dell'aborto,
matrimoni fra omosessuali, eutanasia,
embrioni umani ridotti a cavie,
manipolazioni genetiche, omicidi, stupri,
rapine, oscena parodia del connubio
benedetto da Dio nell'Eden all'alba della
creazione.
Veramente la Madonna a Fatima, il 13 luglio
1917, promise che dopo la consacrazione
della Russia al suo Cuore immacolato sarebbe
seguito un periodo di pace!
Ma, benché la consacrazione sia stata
compiuta, come si è detto, da Giovanni Paolo
II, il 25 marzo 1984, cui segui il crollo
del comunismo nell'Est europeo, la pace
promessa è tuttora un miraggio lontano. Dopo
i grandiosi eventi dell'autunno 1989, quando
sembrava che essa stesse per fiorire con
miracolosa rapidità, il cielo si è chiuso di
nuovo in un grigiore plumbeo e la guerra è
continuata ad imperversare in un crescendo
d'orrori e di barbarie.
Grande è lo smarrimento per ciò che ci
riserva il futuro.
Quanta verità in questo messaggio, che la
Madonna ha lanciato il 29 aprile 1959: « Il
comunismo cadrà, io trionferò, ma vi sarà
ancora un'ora di passione ».
sempre Teresa Musco
Nel diario di Teresa Musco, in data 10
ottobre 1973, si legge questa impressionante
profezia. È la Madonna che parla: « Sta per
iniziare una nuova guerra nella terra dove è
nato il Salvatore, cioè il mio Figlio
amatissimo, e non si fermerà. Sembra che
fanno la pace, ma non è vero, perché
da lì nascerà la grande guerra, il grande
castigo dal cielo e dalla terra ».
La guerra che stava per iniziare era quella
del Kippur, scoppiata appunto in quei
giorni. Dopo d'allora quante volte si è
tentato di giungere alla pace fra israeliani
e palestinesi, ma sempre senza risultato. Ed
oggi siamo arrivati al punto che il
presidente dell'Iran minaccia di cancellare
Israele dalla faccia della terra! Le
prospettive non sono certo rosee.
Quel castigo per cielo e per terra esploderà.
Nella sciagurata ipotesi che ciò si avveri è
prevista da attendibili vaticini l'invasione
dell'Europa occidentale da parte di truppe
non meglio precisate.
Fin dal 1947 la Vergine, apparendo a
Jeanne-Louise Ramonet a Kérizinen, aveva
avvertito la Francia del grave pericolo che
correva per non aver cessato d'offendere
gravemente Dio. « Francia, perché resti
sorda ai miei appelli? Preferisci che le tue
terre diventino campi di battaglia? Che i
tuoi nemici si lascino dietro mucchi di
cadaveri e solchi insanguinati? Ti alletta
lo spettacolo di città distrutte,
annientate? ».
(…)
Non solo la Francia, ma altri paesi europei
andrebbero soggetti a tale invasione e
sarebbe facile a quegli invasori aver
ragione di nazioni, che, come scrive una
mistica belga, saranno « esangui, senza più
alcun ordine e autorità », vittime della
civiltà del consumismo.
E alla guerra si accompagneranno, come è
predetto, catastrofi apocalittiche da parte
d'una natura impazzita. Lo tsunami del 26
dicembre 2004 per la sua violenza e per la
spaventosa mortalità che ha procurato è
stato un campanello d'allarme. Siamo già
entrati nella fase dei cataclismi che
caratterizzeranno gli ultimi tempi? Questo
cumulo d'avversità aprirà gli occhi alla
gente, la porterà ad una sincera
conversione? Non sembra. Certo «vi saranno
giusti », come scrive Melania nel messaggio
apocalittico, « le cui preghiere, le cui
penitenze, le cui lacrime saliranno fino al
Cielo ». Ma i più, anziché mutare vita,
riverseranno su Dio il loro odio Il loro
comportamento peggiorerà. « Non si sentirà
che rumori d'armi e bestemmie ».
Gesù ha previsto questa perversione e ha già
detto quale sarà la risposta. Come al tempo
di Noè gli uomini si abbandonavano
unicamente ai piaceri della vita e alla
ricerca dei beni mondani, finché non venne
il diluvio e tutti, tranne Noè e la sua
famiglia, perirono, così sarà al suo
apparire improvviso (Lc 17, 26-27). Che i
nostri tempi siano maturi per questa immane
tragedia lo ha rivelato la Madonna alla sua
confidente Teresa Museo: « Una
grande guerra [la terza mondiale] succederà.
Morti e feriti ce ne saranno tanti. Satana
grida la sua vittoria e quello è il momento
in cui tutti vedranno apparire il mio Figlio
sulle nubi del cielo e allora giudicherà
quanti hanno calpestato il suo sangue e
allora il mio Cuore trionferà ».
La parabola del buon grano e della zizzania
conoscerà il suo pieno adempimento (Mt 15,
24-30). « Come si raccoglie la zizzania e si
brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del
mondo. Il Figlio dell'uomo invierà i suoi
angeli ed essi cacceranno via dal suo regno
tutti coloro che dettero scandalo e che
operarono iniquamente, e li getteranno nella
fornace ardente ». La Vergine, per bocca di
Melania, usa quasi le stesse parole: «
Allora Gesù Cristo comanderà ai suoi angeli
che tutti i suoi nemici siano messi a morte.
Ad un tratto i persecutori della Chiesa di
Gesù Cristo e tutti gli uomini dediti al
peccato periranno e la terra diventerà come
un deserto ». Quelle dodici legioni
d'angeli, che Gesù avrebbe potuto chiamare
in sua difesa, quando era in balia dei
giudici iniqui, avranno il compito, prima
della sua apparizione nella gloria, di
ripulire il mondo dalle sue sozzure, dai
suoi crimini.
Anche in un altro passo del Vangelo (Mt 24,
37-41) si annuncia questa selezione. «
Allora due uomini saranno nel campo: uno
sarà preso e l'altro lasciato. Due donne
saranno alla macina: una sarà presa e
l'altra lasciata ». Ovviamente ad essere
lasciati saranno i buoni.
Numerosi vaticini fanno coincidere questa
tragica mietitura con i tre giorni di
tenebre che dovrebbero oscurare il mondo
intero.
Anna Maria Taigi
Così la pensa la beata Anna Maria Taigi: «
Nelle ore di tenebre sarete protetti dagli
apostoli, mentre gli angeli sconfiggeranno
tutti i satelliti [di Satana] avversi al
Regno di Dio ».
Più esplicita suor Maria di Gesù Crocifisso,
che Giovanni Paolo II ha beatificato. Come
Melania, ella ebbe una vita tribolatissima,
osteggiata dai suoi superiori con
incredibile animosità. In compenso Dio
l'arricchì di straordinari doni. Fu la
fondatrice del Carmelo di Betlemme. Il suo
messaggio, dettato da Gesù, risale al 1878:
« Vi darò un segno
che v'indicherà l'ora del giudizio. In una
fredda notte invernale il tuono rimbomberà
così forte da scuotere gli alberi, voi
allora dovete chiudere porte e finestre,
senza guardare fuori. Il vostro occhio non
deve vedere il più terribile dei castighi,
non lo dovete profanare con sguardi curiosi,
perché santa è la mia ira. Essa purificherà
per voi, piccolo gregge rimasto fedele.
Raccoglietevi spiritualmente davanti ad un
Crocifisso, mettetevi sotto il patrocinio
della mia santa Madre e la paura, qualunque
cosa vediate o sentiate, scomparirà.
Perseverate dunque. Un giorno e una notte...
e un giorno e ancora una notte... e ancora
un giorno. La notte che seguirà dissiperà lo
spavento e porterà il riposo. Con l'alba del
nuovo giorno risplenderà ancora il sole ».
Durante i giorni tenebrosi, così esorta un
prelato tedesco: « Chiudete le finestre,
inginocchiatevi davanti al Crocifisso e
pregate. Solo il Crocifisso e la candela
benedetta [da cui verrà unicamente la luce]
non tremeranno. Non guardate fuori, non
sopportereste di vedere in atto la Giustizia
divina. L'acqua benedetta potrà alleviare la
vostra pena, l'olio santo, le medaglie e le
statue religiose allontaneranno i flagelli
».
Fra tanto orrore una nota consolante: « Nei
tre giorni di tenebre non dovete restare
privi del necessario. I vostri bambini
dormiranno di un sonno misterioso e voi
pregate. I demoni non potranno avvicinarsi
neppure un istante. I bambini si
sveglieranno al ritorno del primo raggio di
luce ».
Gli scienziati, gli astronomi vorranno dare
una spiegazione scientifica a questa
catastrofe, ma poco convincente.
È doveroso a questo punto notare che la
cernita di coloro che saranno rapiti e di
coloro che saranno lasciati è suscettibile
di un'altra spiegazione.
S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi (15,
51-52) scrive: «Ecco, io vi annunzio un
mistero: non tutti
moriremo, ma saremo trasformati, in un
istante, in un batter d'occhio, al suono
dell'ultima tromba».
Questo avverrà nel gran giorno del
Rapimento. Il corpo di « coloro che sono di
Cristo » risorgerà e si riunirà all'anima,
dando inizio ad un'esistenza priva di
dolori, d'angustie, senza lo spettro della
morte, mentre i vivi vedranno il loro corpo
assumere le caratteristiche del corpo
glorificato e, con i risorti, « saranno
rapiti sulle nubi nell'aria incontro al
Signore» (1 Ts 4, 16-17).
Secondo Mary Jane Even, una veggente
americana assai discussa ma, sembra, non del
tutto inattendibile, il felice Rapimento
avverrebbe dopo il grande miracolo,
preconizzato a Garabandal e, si dice, anche
a Medjugorje, e prima del grande castigo,
ossia dei tre giorni di buio?
Se fosse così ovviamente i rapiti sarebbero
i buoni e i lasciati, in attesa del castigo,
sarebbero i reprobi.
« La luce che risplenderà dopo le tenebre
darà una gioia indicibile a chi ha
sopportato con cuore puro e umile quei
giorni di penitenza », così afferma la
stigmatizzata Marie Julie Jahenny.
A parte il rapimento dei giusti, il quadro
che abbiamo tracciato assomiglia alla «
selva selvaggia ed aspra e forte »,
attraversata da Dante nel primo canto della
Divina Commedia. Usciamo ora in « più spirabil aere », che ci trasporta a visioni
serene, consolatrici, beatificanti.
Questo radicale cambiamento non dovrebbe
tardare, se Giovanni Paolo II nel suo libro
Varcare la soglia della speranza ha predetto
che le parole dette dalla Vergine ai tre
pastorelli di Fatima, con la fine del secolo
XX, « sembrano avvicinarsi al loro
compimento ».
Entro pochi anni dunque?
« Poi vi sarà la pace, la riconciliazione di
Dio con gli uomini; Gesù Cristo sarà
servito, adorato, glorificato; la carità
fiorirà dovunque. I nuovi re saranno il
braccio destro della Chiesa, che sarà forte,
umile, pia, povera, zelante, imitando le
virtù di Gesù Cristo. Il Vangelo sarà
predicato dovunque e gli uomini faranno
grandi passi nella fede, perché vi sarà
unità fra gli operai di Gesù Cristo e gli
uomini vivranno nel timor di Dio ». Così
Melania nel grande segreto.
Rivivrà in quel tempo beato la nuova Chiesa
di Filadelfia, la migliore delle sette
Chiese, cui S. Giovanni indirizza le sue
lettere nell'Apocalisse. Per la veggente
suor Beghe, essa sarà « il Paradiso in
terra, fedele alla sua missione, ansiosa di
eseguire fedelmente la volontà di Dio ».
E stupisce il vaticinio del carismatico don
Dolindo Ruotolo, morto nel 1970, famoso per
aver previsto che Giovanni Paolo II, come il
suo connazionale Giovanni Sobieski, avrebbe
riportato una grande vittoria sui nemici di
Cristo. E aggiunge: « Si dovrà avere un
periodo di trionfo per la Chiesa, una prima
risurrezione di tutto in Gesù Cristo e
questo si rileva dall'Apocalisse, ma questo
periodo sarà quasi come un giorno sereno
per la semina e la raccolta di novelli fiori
per il Cielo. Il male terribile che già ci
soffoca rimarrà come incatenato, ed avrà poi
una recrudescenza anche più terribile al
tempo dell'Anticristo ».
Sì, questa beata pacis visio non sarà
durevole. La Madonna a La Salette ha parlato
di 25 anni, poi il Maledetto tornerà
all'assalto, schierando in campo l'Uomo del
peccato, il figlio della perdizione, come lo
chiama S. Paolo (2 Ts 2, 3), la cui
sconfitta aprirà il grandioso scenario della
catarsi finale e dell'avvento del nuovo
mondo.
« Un grande Re salirà sul trono e regnerà
per alcuni anni. La religione rifiorirà e si
spanderà su tutta la terra e la fertilità
sarà grande, il mondo, contento di non
mancare di nulla, ricomincerà con i suoi
disordini e abbandonerà Dio e si darà in
braccio alle sue passioni criminali ».
Nel messaggio apocalittico Melania parla
genericamente dei nuovi re « che saranno il
braccio destro della Chiesa » ma non di
questo « grande Re ». È probabile che questo
annuncio profetico di straordinario
interesse sia stato dato dalla Madonna alla
pastorella, quando scrisse il riassunto da
mandare al papa Pio IX.
Molto più esplicita la rivelazione fatta
dalla Vergine a Jeanne-Louise Ramonet a
Kérizinen il 29 maggio 1984: « Io donerò
alla Francia un grande capo, un re. Allora
essa conoscerà un cambiamento tale che la
sua influenza risulterà preponderante
nell'intero universo ».
Percorrendo un prontuario di profezie, è
stupefacente constatare come questa
restaurazione monarchica sia avallata da una
quantità di testi, a cominciare dall'età
più remota. Ne riportiamo alcuni a semplice
titolo esemplificativo, non soffermandoci
sulle Centurie di Nostradamus, che tratta
ampiamente questo argomento.
S. Remigio, vescovo di Reims, dalle cui mani
Clodoveo ricevette il battesimo insieme a
3.000 suoi guerrieri, la notte di Natale del
496, ha lasciato questo vaticinio: « Verso
la fine dei tempi, un discendente dei re di
Francia regnerà su tutto l'antico impero
romano. Egli sarà il più grande dei re di
Francia e l'ultimo della sua stirpe » (Historia
Ecclesiae Remensis, 1. I, cap. XIII. Bibl.
Nazionale, Parigi)?' Gli fa eco S. Cesario,
vescovo di Arles (469-542), in una profezia
che fu trovata fra le carte
dell'arcivescovo di Arles, mons. De Lau,
martirizzato durante la Rivoluzione
francese. Reca il titolo Magna Sancti
Cesarii Arelatensis Ecclesiae Episcopi
praedictio: « Splende finalmente il raggio
della misericordia divina. Ecco, viene il
nobile esiliato, il predestinato di Dio.
Egli sale sul trono dei suoi antenati dal
luogo dove la malizia di uomini depravati
l'aveva cacciato. Egli ricupera la corona
del giglio rifiorito [...]. Posta la sua
sede nella città pontificia, rimetterà la
tiara sul capo d'un santo pontefice, colmo
d'amarezza per le tribolazioni sofferte, il
quale condurrà il clero a vivere secondo la
disciplina dei tempi apostolici. Ambedue
uniti di cuore e d'animo, faranno trionfare
la riforma nel mondo ».
Questa profezia richiama alla mente il
famoso vaticinio di S. Giovanni Bosco: «
Ecco il gran Guerriero del Nord porta uno
stendardo nella destra che lo regge, dove
sta scritto: Irresistibile mano del Signore.
In quel momento il Venerabile Vecchio del
Lazio, gli andò incontro, agitando una
fiaccola ardentissima. Allora lo stendardo
si dilatò e da nero che era divenne bianco
come la neve. Nel mezzo dello stendardo a
caratteri d'oro stava scritto il nome di Chi
tutto può. Il Guerriero con i suoi fece un
profondo inchino al Vecchio e si strinsero
la mano ».
Il gran Monarca e il Sommo Pontefice,
vittoriosi per l'intervento celeste, saranno
così uniti nel riaffermare nel mondo i
valori cristiani. Questa benefica alleanza è
predetta anche da una profezia che va sotto
il nome di Giovanni di Vatiguerro, inclusa
nel primo volume del Liber mirabilis (1524),
la quale stupisce per la chiara visione dei
futuri eventi. Ecco ciò che predice del
grande monarca: « Quel santo pontefice avrà
con sé un imperatore, personaggio dotato di
eminenti virtù, del sangue nobilissimo dei
Re di Francia. Questo principe gli sarà
d'aiuto, secondandolo in tutto, per rifare
il mondo. Esso sotto la loro dominazione
sarà riformato, perciò lo sdegno di Dio si
placherà »
S. Metodio, vescovo d'Olimpia, da non
confondere col santo omonimo, apostolo
degli slavi, martirizzato (sembra) sotto
Diocleziano, autore di vari scritti, fra cui
un Symposium Virginum, vissuto nel secolo IV,
contrariamente a quanto scrive S. Girolamo,
è ritenuto autore d'una profezia, inserita
nella Maxima Bibliotheca Patrum Ve m, volume
3, p. 527, pubblicata a Lione nel 1677. «
Lieti gl'infedeli per le vittorie riportate
sopra i cristiani, si daranno in preda alle
gozzoviglie, ma muoverà contro di essi il re
dei Romani [il grande monarca], che li
sconfiggerà col valore delle sue armi. Fatti
prigionieri, saranno trattati dai cristiani
con molte pene. Allora si moltiplicheranno
gli uomini sulla terra, che era rimasta
deserta [forse per l'uso delle armi
atomiche, o più probabilmente in seguito
alla mietitura dei giorni di buio] e vi sarà
una grande pace e tranquillità, quale non fu
mai veduta ».
« Vi saranno anche dei ministri di Dio e
delle spose di Gesù Cristo che si
abbandoneranno ai disordini e questo sarà
una cosa terribile; infine un inferno
regnerà sulla terra: sarà allora che nascerà
l'Anticristo da una religiosa, ma guai ad
essa; molte persone gli crederanno, perché
si dirà venuto dal cielo; il tempo non è
molto lontano; non passeranno due volte 50
anni ».
Nel messaggio pubblicato nel 1879 si leggono
parole ancora più forti e sconvolgenti.
« I sacerdoti per la loro vita cattiva, le
loro irriverenze e la loro mancanza di pietà
nel celebrare i santi misteri, per l'amore
del denaro, l'amore degli onori e dei
piaceri, sono diventati cloache di impurità.
« Sì, i sacerdoti chiedono vendetta, e la
vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai
preti e alle persone consacrate a Dio che
per la loro infedeltà e la loro cattiva
condotta, crocifiggono di nuovo mio Figlio!
« I peccati delle persone consacrate a Dio
gridano al Cielo, attirano la vendetta, ed
ecco che la vendetta è alla loro porta,
perché non vi è più nessuno che implori
misericordia e perdono per il popolo; non vi
sono più anime generose, non vi è più alcuno
degno di offrire la Vittima senza macchia
all'Eterno in favore del mondo ».
È il passo che ha sollevato tanto scalpore,
che ha fatto insorgere compatto l'episcopato
francese contro la « pazza », la « mitomane
», la « visionaria », che ha spinto non
pochi vescovi a reclamare la condanna
dell'aborrito « segreto ».
Fa orrore la parola « cloaca ». Ma il
Massignon ricorda che anche S. Gregorio
Magno usa una simile espressione, « sudicia
cloaca ». Léon Bloy scrive nel capitolo XII
di Celle qui pleure, intitolato I preti ed
il segreto di Melania: « Se Maria
[evidentemente anche per lui chi parla è la
Madonna] dice che noi siamo dei "cani" è la
Sapienza eterna che parla. Se le piace
d'aggiungere che i preti sono "cloache
d'impurità", la cosa migliore da fare è di
credere che è così [...]. Che pensare d'un
prete che dicesse: "Ciò non vale per me"? S.
Francesco di Sales, S. Filippo Neri, S.
Vincenzo de' Paoli, il Curato d'Ars,
cinquantamila altri, senza risalire ai
martiri, avrebbero detto piangendo: "Ah,
com'è vero! Come la nostra Sovrana mi
conosce, e come è inutile la mia
ipocrisia!". Non vi sono più anime generose.
La verità stretta è che ogni prete che non
tende alla santità, è realmente,
rigorosamente, assolutamente un Giuda, una
pattumiera ».
E Melania dice in termini meno crudi la
stessa cosa. « La Madonna non intendeva
recare offesa al clero. Si limitava a
indicare le malattie che contagiano le anime
dei pastori del popolo di Dio. Invece di
ribellarsi, avrebbero dovuto rientrare in se
stessi, vivificare la loro fede, la loro
carità, regolare saggiamente la loro
condotta conforme agli esempi di Gesù,
nostro divino Maestro e Modello ».
Appunti e richiami ai preti infedeli c'erano
stati nei secoli passati, ma senza suscitare
lo sdegno ed il risentimento che ha
sollevato Melania.
Mons. Zola ricorda, oltre la Scrittura e i
SS. Padri, S. Ildegarda, S. Brigida, S.
Caterina da Siena, S. Margherita Alacoque,
la ven. Maria de Agreda, la beata Caterina
Emmerick e possiamo aggiungere, fra i
moderni, S. Gemma Galgani, S. Pio da
Pietrelcina, Teresa Musco, alla quale la
Vergine ha parlato di preti che profanano l'eucarestia,
celebrando riti satanici. Nessuno ha
protestato, nessuno ha richiesto
all'autorità ecclesiastica sanzioni per la
propagazione di questi messaggi.
Rimane davvero un mistero il caso di Melania
Calvat.
Peraltro va osservato che la Madonna
spingeva lontano il suo sguardo, le era
presente la grave crisi postconciliare, con
le massicce defezioni del clero,
quarantamila, si dice, nell'arco di pochi
anni, per tacere degli scandali offerti da
ecclesiastici anche posti nelle alte sfere,
di certe spinte centrifughe, d'un certo
prurito di novità, di mondanità,
d'aggiornamento, che si è insinuato nelle
canoniche, nei monasteri, negli episcòpi.
Del resto la stessa Melania precisa che « la
SS. Vergine non si è affatto rivolta ai
preti preti, ma unicamente a quei poveri
preti che hanno perduto con la fede la
carità, cioè che non hanno in sé la grazia
di Dio ».
La prima a dolersi delle carenze del clero
fu proprio lei, fino ad addossarsi i peccati
delle persone consacrate onde espiarli
duramente. « Per loro ha pregato, sofferto e
lottato in prima fila. Ha dato la sua vita
per loro, con la certezza di ottenere la
rappacificazione di molti. [...] Come
Caterina da Siena, incolpa i perversi e
redarguisce i deboli, utilizzando, giacché
pensa al torto fatto a Dio, qualifiche
peggiorative, accidentali e condizionate,
che non s'imprimono sulla persona
interpellata. [...] È chiaro che, così
facendo, si esponeva à scandalizzare la
rispettabilità della gente perbene, con il
rischio d'attirarsi pubbliche deplorazioni,
ingiurie ed azioni ostili. [...] Del resto
cos'altro poteva giungerle con quello stile
senz'arte, con quel lessico privo di
sfumature, con quell'umiltà totale, così
maldestramente provocatoria? ».
Quando « l'inferno regnerà sulla terra », ed
oggi è tale il dominio di Satana nel mondo,
da far pensare che si riferisca ai nostri
tempi, Melania dice che « nascerà
l'Anticristo ». Nel messaggio escatologico,
al paragrafo 26, ella dà questi dettagli: «
Durante questo tempo nascerà l'Anticristo,
da una religiosa ebrea, da una falsa vergine
che sarà in comunicazione col vecchio
serpente, il maestro d'impurità; suo padre,
sarà Ev.; nascendo, vomiterà bestemmie, avrà
denti; in una parola sarà il diavolo
incarnato; emetterà grida spaventose, farà
prodigi, non si nutrirà che di impudicizie.
Avrà dei fratelli che, sebbene, non come
lui, demoni incarnati, saranno essi pure
figli del male; a dodici anni si faranno
notare per le valorose vittorie che
riporteranno; in poco tempo ciascuno sarà
alla testa di armate, assistiti da legioni
dell'inferno ».
La parola « Anticristo » è usata per la
prima volta da S. Giovanni Evangelista. S.
Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi
lo chiama « l'uomo iniquo », « il figlio
della perdizione ». Si opporrà ad ogni forma
di religiosità, essendo suo scopo
autodeificarsi. Prima del suo avvento si
verificherà nel mondo una generale apostasia
(già in atto). « Verrà nella potenza di
Satana », dice S. Paolo.
« Sembra essere l'ultimo sostegno e
strumento del Tentatore. Questo nuovo Giuda
otterrà una morte apparente della Chiesa ».
Così René Laurentin.
Secondo la veggente Jeanne Dixon « sarà la
personificazione di un falso umanesimo,
attraverso cui l'uomo adorerà se stesso,
ponendosi come legge suprema e ritrovando
nell'Anticristo il simbolo della segreta
aspirazione della sua natura decaduta ».
La pastorella non fissa la data della sua
nascita, come la Dixon, che lo fa nascere
nel 1962, ma in una lettera al canonico de
Brandt, scritta nel 1892, preconizza che «
son temps de paraître n'est pas très éloigné
». Lontananza che può essere quantificata in
60 o 70 anni, tenuto conto della
precisazione contenuta nel messaggio: «
Durante questo tempo ». Ossia il tempo della
falsa pace,
prima del terzo conflitto mondiale e
del trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
Se così fosse, l'Anticristo sarebbe già fra
noi. Infatti nel segreto di Massimino è
detto: « Alla fine del secolo XX o nel 2000
».
Si ritiene che apparterrà alla tribù di Dan,
secondo il vaticinio di Giacobbe: « Sarà Dan
un serpente sulla via, una cerasta sul
sentiero, che morde il piede del cavallo e
fa cadere all'indietro il cavaliere. Oh,
Signore, io aspetterò la tua salvezza! » (Gn
49, 17).
Come sappiamo da Melania, avrà per madre «
una religiosa ebrea » e per padre « un
vescovo », ma non è specificato se cattolico
o d'altra confessione cristiana.
Fin da piccolo dimostrerà una perversione
diabolica.
Così Satana, dopo avere schierato nel corso
dei secoli degli antesignani, giocherà
l'ultima carta, mettendo in campo il figlio
della perdizione, rendendolo invitto in
guerra, dotandolo di poteri straordinari,
perfino, come dice S. Giovanni, della
facoltà di compiere prodigi. Porrà la sua
sede a Roma, la quale avrà perduto la fede
ricevuta dagli apostoli Pietro e Paolo, a
prezzo del loro sangue, e dall'Urbe
estenderà la sua egemonia sul mondo intero.
« I demoni con l'Anticristo faranno grandi
prodigi sulla terra e nell'aria, e gli
uomini si pervertiranno sempre più ». Con
queste parole la Vergine pone l'accento
sulla perversione che l'Anticristo, con
l'aiuto dei demoni, diffonderà nel mondo.
Usando una tattica raffinata, dapprima si
dimostrerà affabile, umano. Proteggerà i
deboli, difenderà gli oppressi, guarirà gli
ammalati. Ma poi rivelerà il suo vero volto.
« Dopo aver predicato l'amore, non avrà
misericordia, dopo aver condannato
l'ingiustizia, diventerà il persecutore dei
giusti ».
Fin dai tempi antichi Daniele aveva previsto
il suo trionfo: « La sua superbia si
rafforzerà ma non per virtù propria, egli
causerà inaudite rovine, avrà successo nelle
imprese, distruggerà i potenti e il popolo
dei santi. Per la sua astuzia la frode
prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in
cuor suo e con inganno farà perire molti » (Dn
8, 23-24).
La superbia lo porterà a ritenersi Dio, come
dice S. Paolo: « S'insedierà nel tempio di
Dio, proclamandosi Dio » e dimostrandolo coi
prodigi di cui il Maligno lo renderà capace.
Avverte Melania che « verrà come la folgore,
e massacrerà i cristiani che non porteranno
il segno della Bestia».
È il segno, di cui parla S. Giovanni,
accoppiato al
numero 666. L'apostolo
preannuncia che « piccoli e grandi, ricchi e
poveri, schiavi e liberi, si faranno
imprimere un segno sulla mano destra o sulla
fronte, sicché nessuno potrà comprare o
vendere, se non ha il contrassegno del nome
della Bestia o della cifra del suo nome » (Ap
13, 16). Ciò sarebbe parso un'utopia,
qualche anno fa,
non oggi.
Il mito del Grande Fratello, creato dalla
fervida fantasia di Orwell, il cui occhio
tutto scruta e penetra fin negli angoli più
remoti, si sta stupefacentemente
realizzando.
È interessante ciò che scrive al riguardo
Piero Mantero nel suo Gran libro delle
profezie (pp. 199-244):
« Nella sede belga del Mercato Comune
Europeo esiste un su computer con la
capacità di due miliardi di numeri. Lo scopo
dei programmatori è di assegnare questi
numeri a tutte le persone che appartengono
al mondo industrializzato. Ciò significa che
queste persone hanno già pronto un numero
personale col quale si può sapere tutto di
esse. Questo super computer è stato chiamato
molto significativamente "La Bestia" e i
numeri che contiene hanno un prefisso
internazionale che, guarda caso, corrisponde
al numero 666. Ciò vuol dire che un futuro
despota, dittatore o leader dell'Europa
unita, potrà sapere tutto d'una persona,
facendo il suo numero personale, preceduto
dal prefisso 666 ».
Mantero cita il giornale americano San José
Mercury del 7 agosto 1975, secondo il quale
« La Bestia » occupa tre piani nel Quartiere
generale del MEC. Ma gli scienziati
progettano un computer di tali proporzioni
da contenere un numero personale di tutti
gli abitanti del mondo. Il colosso
informatico che si trova nel « Monet
Building » del Lussemburgo sembra destinato
a raggiungere questo superbo traguardo.
Commenta Mantero: « Stiamo vivendo, a quanto
pare, una realtà profetica senza precedenti
nella storia. Il super computer del MEC è il
primo passo concreto verso la realizzazione
pratica del "Marchio della Bestia", ossia il
sigillo dell'Europa unita che consentirà
l'identificazione d'ognuno e il tipo di vita
di tutti ».
Ma c'è di più. Il progresso moderno metterà
a disposizione d'un futuro « Dominatore del
mondo » altri sussidi per esercitare il
controllo sui sudditi.
Un sussidio validissimo sarà la Carta
internazionale di credito che mira ad
abolire la moneta corrente, sicché diventerà
insostituibile per le operazioni di
compravendita. Per evitare sotterfugi o
imbrogli, Manteo prevede che « il numero
della carta di credito internazionale sarà
riportato sotto la pelle della mano destra o
della fronte, con una micro operazione
chirurgica, in modo da risultare invisibile
ad occhio nudo.
Nei punti di compravendita, il controllo
sarà eseguito con mezzi di rilevamento
elettronico a raggi infrarossi. Nessuno,
nemmeno con plastiche facciali, potrà
nascondere la sua identità di uomo-numero ».
Una simile operazione sarebbe stata
sperimentata con successo da una compagnia
industriale del Connecticut.
Naturalmente in regime persecutorio sarebbe
negata la carta di credito a chi è privo del
marchio della « Bestia »,
sulla mano destra o sulla fronte,
per fargli mancare i mezzi di sostentamento.
Così si avvererebbe alla lettera il
vaticinio dell'apostolo.
La Chiesa sarà posta in stato di soggezione
e ai fedeli s'imporrà l'adorazione del nuovo
dio. Questo stato di cose durerà tre anni e
mezzo, come preannuncia la Sacra Scrittura.
Un'immensa moltitudine, insufficientemente
preparata, abbandonerà la fede e seguirà
quella falsa divinità. Chi non si adeguerà
verrà perseguitato fino all'effusione del
sangue, come al tempo dei Cesari.
Leggiamo nel Nuovo Catechismo della Chiesa
Cattolica: « Prima della venuta di Cristo,
la Chiesa deve passare attraverso una fase
finale, che scuoterà la fede di molti
credenti. La persecuzione che accompagna il
suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il
"Mistero d'iniquità" sotto la forma di
un'impostura religiosa, che offre agli
uomini una soluzione apparente ai loro
problemi, al prezzo dell'apostasia dalla
verità. La massima impostura religiosa è
quella dell'Anticristo, cioè uno
pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica
se stesso al posto di Dio e del suo Messia
venuto nella carne (675). La Chiesa non
entrerà nella gloria del Regno che
attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale
seguirà il suo Signore nella Sua morte e
Risurrezione » (n. 676).
D'inaudita violenza sarà la guerra che
l'Anticristo muoverà all'eucarestia.
Fermamente convinto che nella forza arcana
di quel mistero sta principalmente il
segreto che ha consentito e consentirà alla
Chiesa d'uscire vittoriosa dagli assalti
ostili. L'empio tenterà di sopprimere quest'energia,
nascosta e dirompente, che più d'ogni altra
cosa lo turba. Vari messaggi profetici
sottolineano questo aspetto peculiare
dell'ultima persecuzione.
« Toglierà il Pane del Padre e si farà pane
egli stesso, ma pieno di serpi sarà quel
pane ».
« Rovinerà templi e altari, sopprimerà il S.
Sacrificio ».
« Annullerà il mio perpetuo Sacrificio,
gettandolo a terra, calpestandolo,
distruggendolo ».
« La Chiesa non sarà più libera di celebrare
il Sacrificio perpetuo ». « Guai a quei
mercanti che stanno lottando per erigere nel
mio Santuario la loro abominazione
devastatrice ed abolire il mio Sacrificio
perpetuo, costringendovi a mangiare il loro
cibo profanato ».
Si contrapporranno a lui quei sacerdoti
santi che sfideranno la morte perché il
sacrificio prosegua e perché le anime dei
giusti ricevano il conforto della comunione.
Lo assicura questo messaggio d'un
carismatico: « Anche se le sante Comunioni
non ci saranno più, non preoccupatevi. Il
mio Sacrificio si celebrerà nel più assoluto
nascondimento ».
ENOCH ed ELIA
A risollevare la Chiesa dalla crisi profonda
in cui sarà caduta, Dio tiene in serbo due
formidabili antagonisti dell'Anticristo per
l'ultima battaglia: il patriarca Enoch ed il
profeta Elia.
Enoch, il settimo patriarca, fu il padre di
Matusalemme, l'uomo più longevo, essendo
vissuto 969 anni. Il libro, che va sotto il
suo nome, appartiene alla letteratura
apocalittica e sembra risalga al tempo della
lotta dei Maccabei (167-164 a.C.). Lo cita
la lettera di S. Giuda (14-15).
Ecco le parole del testo sacro: « Enoch
aveva 65 anni quando generò Matusalemme.
Dopo aver generato Matusalemme, visse ancora
300 anni e generò figli e figlie. L'intera
vita di Enoch fu di 365 anni. Poi Enoch
camminò con Dio e non fu più [visto], perché
Dio l'aveva preso» (Gn 5, 18-24).
A queste parole fa eco il Siracide: « Enoch
piacque al Signore e fu rapito, modello ed
esempio per tutte le generazioni » (49, 14).
Anche S. Paolo lo addita quale uomo di fede,
premiato da Dio: « In virtù della fede Enoch
fu trasferito senza che vedesse la morte e
non lo si trovò perché Dio lo trasferì.
Infatti, prima che fosse trasferito,
ricevette la testimonianza d'essere piaciuto
a Dio » (Eb 11, 15).
S. Paolo dà per certo che il patriarca non
vide la morte. Perché tanta difficoltà ad
ammettere che colui che risuscita i morti
non possa tenere in vita un essere mortale
oltre ogni limite di tempo?
Numerosi i riferimento biblici anche sulla
sopravvivenza d'Elia, trasportato in luogo
ignoto sopra un carro di fuoco, secondo il
racconto biblico.
Scrive il Siracide, rivolgendosi
direttamente al profeta: « Fosti assunto in
un turbine su un carro di cavalli di fuoco,
per rimproverare i tempi futuri, per placare
l'ira prima che divampi, per ricondurre il
cuore dei padri verso i figli e ristabilire
le tribù di Giacobbe » (Sir 48, 9-10). Da
queste parole si arguisce che il profeta
ritornerà per una missione di pace e di
salvezza, ma anche di rimprovero,
d'ammonimento nei « tempi futuri ». Egli «
vive fuori del tempo, rapito in estasi »,
scrive Melania. Oggi si tende a
identificarlo con S. Giovanni Battista.
Si cita al riguardo la profezia di Malachia,
« intimamente legata alla funzione svolta da
S. Giovanni Battista come precursore del
Messia ». Effettivamente nel Nuovo
Testamento esistono locuzioni che sembrano
avallare questa tesi.
L'arcangelo Gabriele, annunciando a Zaccaria
la nascita del futuro precursore, usa
espressioni desunte dal Siracide e
riferentisi al Tesbita: « Egli precederà [il
Messia] con lo spirito e la potenza d'Elia,
per ricondurre il cuore dei padri verso i
figli e i ribelli alla saggezza dei giusti»
(Lc 1, 17).
Gesù agli apostoli, che gli domandavano
perché gli scribi dicevano che prima del
Messia deve venire Elia, rispose: « "Elia è
già venuto e non l'hanno riconosciuto, anzi
l'hanno trattato come hanno voluto"
[uccidendolo]. Così gli apostoli capirono
che egli aveva parlato loro di Giovanni il
Battista » (Mt 17, 10-13). Ma questa
identificazione non regge.
Interrogato dai Giudei se fosse Elia, lo
stesso Giovanni rispose categoricamente: «
Non lo sono ».
Cristo disse sì che Elia era venuto e non lo
avevano riconosciuto, ma prima aveva detto
ben altro. « Certo, Elia verrà e riordinerà
tutte le cose ». È una profezia grandiosa,
alla quale pare non si dia l'importanza che
merita (Mt 17, 11).
Il Battista ha compiuto egregiamente la sua
missione, coronandola col martirio, ma non
si può asserire che abbia riordinato tutte
le cose. Questa restaurazione a livello
universale è serbata al Tesbita che verrà
nell'ora più critica della storia umana a
cimentarsi con l'Anticristo. Né lui, né
Enoch sfuggiranno al martirio, ma la loro
morte segnerà la disfatta del Nemico e il
riassetto del mondo, finalmente divenuto il
Regno di giustizia, d'amore, di pace,
predetto dai profeti.
Quanto alla profezia di Malachia, se ben si
studia il testo, risulta che parla di due
distinti messaggeri.
Il primo, Giovanni Battista, sarà mandato
per « preparare la via » davanti al Signore
« e subito entrerà nel suo tempio il Signore
che voi aspettate, l'angelo dell'alleanza
che voi cercate» (MI 3, 1).
Il secondo, di cui si dà il nome, Elia,
invece apparirà prima che « giunga il giorno
grande e terribile del Signore », allo scopo
di convertire gli ebrei, di farne degli
affiliati al regno di Cristo (Ml 3, 23-24).
Due inviati con ampie credenziali quindi, il
primo per aprire la strada alla Redenzione e
l'altro per schiudere il varco al redde
rationem. S. Giovanni nel capitolo XI
dell'Apocalisse preannuncia due testimoni,
che Dio manderà a contrastare la Bestia nei
1260 giorni in cui essa imperverserà nel
mondo. Li chiama i due candelabri, i due
ulivi che stanno al cospetto del Signore.
Essi sono i
Cristiani e gli Ebrei
« I loro cadaveri giaceranno sulla piazza
della grande città [...], dove anche il loro
Signore fu crocefisso. Gente di tutti i
popoli e tribù e lingue e nazioni guarderà
quei cadaveri per tre giorni e mezzo, senza
che sia permesso di seppellirli. E gli
abitanti della terra ne fanno festa e se ne
rallegrano e si scambiano regali, perché
quei due profeti avevano tormentato gli
abitanti della terra. Ma, trascorsi quei tre
giorni e mezzo, un soffio di vita che veniva
da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi,
e un grande spavento piombò su quelli che li
guardavano. Ed udirono una voce possente
che diceva loro dal Cielo: "Venite quassù!".
E salirono in Cielo avvolti in una nube, ed
i loro nemici ne furono spaventati» (Ap 11,
8-12).
Nell'era della TV sarà possibile agli uomini
del mondo intero assistere alla morte e
risurrezione dei due avversari del « Padrone
del mondo ». E sarà il principio della fine.
Seguirà, infatti, la disfatta della Bestia.
Nel volume più volte citato di René
Laurentin e Michel Corteville La découverte
du secret de La Salette (pp. 70-72) è
riportata questa frase che si legge nel
segreto scritto per imposizione di mons.
Ginoulhiac dalla pastorella il 14 agosto
1853: « Qui la Vergine mi diede la regola,
poi aggiunse un segreto sulla fine dei tempi
». 1 due autori mettono in rilievo che
quest'ultimo segreto è stato tenuto in poca
o nessuna considerazione dagli storici di La
Salette. Eppure Melania accenna ad esso
anche in una lettera del 20 giugno 1872.
Giustamente quindi l'abbé Bliard precisa che
« nessuno perciò conosce l'intero segreto
della pastorella ». Da ciò è indotto a
pensare che nella sua integrità esso sia un
quadro ammirabile, in cui gli eventi della
storia umana sono previsti fino alla fine
del mondo.
Sia pure in riassunto l'abbé Combe è stato
messo a parte di questo mistero e lo riporta
nel suo libro Le secret de Mélanie et la
crise actuelle (Roma 1906).
Ecco la parte che riguarda la fine
dell'Anticristo.
« L'Anticristo renderà noto al mondo il
giorno della sua ascensione al Cielo in modo
che tutti possano recarsi a Gerusalemme ad
assistere al prodigio ».
Ovviamente sarà incalcolabile il numero di
coloro che andranno nella città di Davide
per lo straordinario appuntamento. Ma
immensamente di più saranno quelli che vi
assisteranno davanti allo schermo
televisivo.
Torniamo al testo del Combe.
« Egli
[l'Anticristo] s'innalzerà fra una
corona d'angeli dalla falsa luce. Già
raggiungerà una certa altezza e gioirà
all'udire le acclamazioni dei suoi testimoni
e adoratori, ma apparirà S. Michele
arcangelo con un esercito d'angeli,
splendenti d'una luce incomparabile, al
grido: "Quis ut Deus? - Chi è come Dio?".
« All'improvviso i demoni perderanno il loro
impulso, la loro energia e abbandoneranno
l'Anticristo, che sorreggevano con le loro
forze. Si aprirà la terra e ne uscirà un
fuoco grandioso, lambendo i piedi degli
spettatori seduti nelle prime file per la
loro dignità ed opulenza. Essi con
l'Anticristo e i demoni saranno inghiottiti
in un vasto cratere che si chiuderà su di
loro. Subito dopo gli ebrei si
convertiranno, diventando cristiani i più
fedeli e ferventi. Tutta la terra diventerà
seguace di Cristo e il mondo intero
conserverà la fede nel Salvatore fino alla
fine del mondo. Non vi saranno più
persecuzioni legalizzate. Per un assai gran
numero di generazioni gli uomini
dimostreranno d'essere buoni cristiani; ma a
poco a poco cadranno di nuovo nella
tiepidezza, per giungere alla dimenticanza
di Dio e a condurre una vita grandemente
peccaminosa. Le leggi cristiane, che il
potere secolare farà osservare, dapprima non
saranno più protette e i giusti diventeranno
oggetto d'offese umilianti, d'ogni sorta di
soperchieria; soffriranno molto da parte
della società, per l'oppressione dei cattivi
e diminuiranno di numero..
« Allora Dio colpirà con la sua collera. I
flagelli del Cielo saranno spaventosi: le
acque saranno avvelenate, i terremoti e le
deflagrazioni più micidiali che nel passato,
il sole si oscurerà e il mondo finirà nello
spavento di Dio. I poveri, gli umili, quanti
sono destituiti d'ogni soccorso alzeranno
gli occhi e le mani verso Dio, invocando il
suo aiuto. La venuta di Cristo sarà
improvvisa.
« Tutti gli uomini moriranno senza
eccezione. Gli eletti risusciteranno per
primi e con loro coloro che soggiornano nel
limbo. Dio nella sua misericordia è più
grande di quanto pensano gli uomini. Egli ha
fatto conoscere a quelle anime la loro
origine, il peccato del nostro primo
progenitore ed esse si sono umiliate,
annichilite davanti a Dio ed egli le ha
riabilitate, ha ridonato a loro l'innocenza
in virtù del sangue di Nostro Signore, di
cui hanno beneficiato. Tuttavia i risorti
del limbo non avranno la gloria degli
eletti, riguardo a questi saranno come in
una zona d'ombra. Gli eletti, avendo
sofferto con il Signore, godranno d'una
gloria molto superiore a quella che il
genere umano avrebbe avuto nel [solo] stato
d'innocenza. [Senza la grazia infusa che ci
eleva alla dignità di figli di Dio.] ~
« Quando i "riabilitati" vedranno passare i
dannati, si umilieranno ancora di più e non
assisteranno al giudizio.
« Quindi i reprobi saranno inghiottiti fino
al centro della terra e gli eletti saliranno
[al Cielo], si realizzeranno queste parole
del segreto: "L'acqua e il fuoco
purificheranno la terra e distruggeranno
tutte le opere dell'orgoglio umano". La
superficie della terra sarà ridotta un fango
ardente ».
Quest'altro quadro della fine dei tempi lo
tracciò Melania in una lettera al canonico
de Brandt.
« Dopo la caduta dell'Anticristo, la Chiesa
fiorirà più bella che mai. Tutti gli ebrei
rimasti in vita si convertiranno alla fede.
Tutti i cristiani, rimasti vivi, saranno
rinnovati, [dotati] d'una fede viva. Non vi
sarà nessun'altra religione o setta fuori
dalla religione cattolica. La pace più
bella, più universale regnerà per secoli. Ma
poi la Fede di nuovo si raffredderà ».37
E molto prima di lei S. Ireneo nell'Adversus
haereses (35, 1) aveva scritto così del
fortunato millennio, rivelato da S. Giovanni
nell'Apocalisse (20, 4-6):
« Dopo la venuta dell'Anticristo e di tutti
i popoli a lui soggetti, regneranno sulla
terra i giusti, crescendo grazie alla
manifestazione del Signore, e per mezzo di
lui si abitueranno ad accogliere la gloria
del Padre ed insieme con i santi angeli
prenderanno il modo di fare e la comunione e
l'unità degli spirituali. E coloro di cui il
profeta dice: "Quelli che verranno
lasciati", saranno sia quelli che il Signore
troverà nella carne ad attenderlo dal cielo,
dopo aver subito la tribolazione ed essere
sfuggiti alla mano dell'empio, sia quelli
che Dio preparerà, prendendoli dai pagani,
affinché si moltiplichino sulla terra e
siano governati dai santi ».
(Tratto da: “Scoperti in Vaticano i segreti
de la Salette” - L'Apparizione, le
polemiche, le profezie apocalittiche -
Monsignor Antonio Galli - © 2007 Sugarco
Edizioni, euro: 16.59, Cap. 10, pagg. 61-90)
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